da Roma
Analisi approfondita dei filmati trasmessi dal Gruppo operativo di sicurezza dellOlimpico, con particolare attenzione al sonoro (grazie alle sofisticate attrezzature del Gos) e ai fotogrammi dei fermo immagine, ma anche unattenta ricerca sui siti ultrà della Roma, soprattutto quelli dedicati allorganizzazione Boys, che generalmente occupa il settore dello stadio dove si è verificato il disdicevole episodio di domenica. Il difficile lavoro della Digos ha già portato ai primi risultati concreti: sono stati infatti identificati una quindicina di tifosi che, durante il minuto di raccoglimento in memoria di Filippo Raciti prima di Roma-Parma, hanno fischiato e hanno girato le spalle al campo in segno di protesta.
Sul web si cercano ora altri raffronti tra le immagini registrate domenica e le foto che appaiono sui siti ultrà. Particolare importante, labbigliamento dei tifosi più esagitati. Lesperienza insegna che spesso gli ultrà sono vestiti sempre con le stesse felpe o gli stessi giubbotti, quasi un segno distintivo e di appartenenza a un determinato gruppo. Ma la Digos sta analizzando anche la rete internet e in particolare i vari blog nei quali il più delle volte i tifosi raccontano e si vantano delle loro «bravate» negli stadi. Questi metodi di indagine hanno permesso, a Catania, di arrestare il diciassettenne accusato della morte dellispettore Raciti. La Digos effettuerà ulteriori riscontri sui biglietti e gli abbonamenti nominativi di quello specifico settore.
Ma non tutti coloro che hanno mostrato tale forma di protesta potrebbero essere colpevoli. Lo testimonia un uomo di mezza età di nome Ennio, padre di famiglia e abbonato di curva sud, che con la voce quasi imbarazzata, ha raccontato ieri a una radio locale la sua esperienza di domenica: «Io sono stato costretto a girarmi, sai in questi casi rischi di prenderle e allora mi sono adeguato...». I primi risultati dellindagine saranno subito trasmessi alla Procura di Roma che potrebbe procedere per istigazione a delinquere verso i responsabili del gesto dellOlimpico. E dalla ricostruzione fatta dagli organi di informazione è emerso un quadro che potrebbe, sulla scorta di precedenti come quello relativo agli slogan «10, 100, 1000 Nassirya» urlati in alcune manifestazioni, di configurare lipotesi di reato. In questo caso potrebbe essere applicato il Daspo (divieto di ingresso alle manifestazioni sportive) con obbligo di firma per i diffidati o, come prevede il nuovo decreto legge, anche di impegno in lavori di pubblica utilità.
«Latteggiamento repressivo rischia di essere anticostituzionale, non mi convince - dice il sottosegretario allEconomia Paolo Cento -. Il minuto di silenzio è un qualcosa che va rispettato. Ma non si deve alimentare la frattura che esiste tra una parte della tifoseria e il resto del pubblico. Piuttosto, il problema è aprire il dialogo». Diversa la posizione del senatore di An Alfredo Mantovano che giudica adeguate le misure restrittive anche ai fini preventivi: «La prevenzione è importante, ma un programma serio dovrebbe prevedere anche linterdizione dagli stadi dei tifosi più violenti, come avvenuto in Inghilterra».
«Quello di Roma è stato un fatto gravissimo - dice il presidente del Coni Petrucci, che chiede a tutte le componenti del calcio il silenzio per almeno un giorno - ma bisogna guardare alla parte buona dello stadio che domenica ha sommerso di fischi gli imbecilli che vogliono far sapere che esistono». Sulla stessa linea il commissario della Figc Pancalli e il ministro dello Sport Melandri: «Vorremmo che si ricordasse anche la risposta positiva degli altri tifosi». Il ministro della Giustizia Mastella parla di «drammatica pagliacciata» e propone di «togliere tutti gli striscioni su cui cè scritto ultrà».
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