da Milano
I fondi sovrani nel capitale della Fiat? «Non mi dispiacerebbe averne uno in azienda» ha detto lamministratore delegato del gruppo, Sergio Marchionne, intervistato ieri sera a Trento dal direttore del Sole 24 ore Ferruccio de Bortoli, nellambito del Festival delleconomia. E poi ha aggiunto, a sorpresa: «Forse cè già», rimandando la memoria a ventanni fa, quando nel capitale della Casa torinese entrarono i libici della Lafico. Ma allora «non cero», ha precisato. I fondi sovrani non sono, tuttavia, sempre positivi. «Bisogna valutare - ha osservato lad della Fiat - caso per caso. Bisogna stare estremamente attenti a che cosa apriamo».
Marchionne - per ascoltarlo la gente ha fatto una lunga fila fin dal tardo pomeriggio - ha spaziato dai temi industriali alla macroeconomia. In Italia «ci sono ostacoli alla crescita delle imprese. Non è che lItalia sia strutturalmente incapace, ma quando si parla apertamente di espansione si manifestano posizioni del tutto al di fuori di questa logica».
Ha quindi ricordato il recente accordo sullapertura di attività industriali in Serbia «chiuso in tre settimane», e ha raccontato di aver «provato per mesi a trovare un accordo simile a Termini Imerese, per potenziare lo stabilimento da 90 a 200mila vetture, e non ci siamo riusciti. Quando il sistema per ragioni di potere crea ostacoli a un obiettivo, una multinazionale come Fiat si sposta».
In Italia, secondo Marchionne è necessario agire sui salari «alleggerendo» gli oneri sociali. «Il netto dei nostri dipendenti, dopo che abbiamo pagato quel che cè da pagare, è una cosa ridicola». Parole dirette anche sulla controparte sindacale: «Il ruolo del sindacato è utile. Il problema è che la dialettica con i rappresentanti sindacali» è «antiquata». «Io parlo di unazienda che deve essere una delle più competitive del mondo, e qui si parla di accordi fatti quando» lindustria automobilistica era unaltra cosa. «Opero - ha concluso - in un gran numero di Paesi e vivo sulla mia pelle le difficoltà italiane».
Sulla crisi dei subprime, ha riconosciuto che forse è stata in gran parte assorbita, ma sul mercato restano altri strumenti a rischio. «Non voglio terrorizzare nessuno - ha detto lad della Fiat - ma servono regole ben chiare sul tipo di regole che si assumono nei bilanci delle banche». «Gran parte del problema è stato smaltito, la maggior parte di quel risanamento è stato concluso». Solo Ubs, di cui Marchionne è vicepresidente, «da sola ha ricacciato 28 milioni di franchi svizzeri». Sul petrolio ha usato parole più allarmanti: «Credo che ci sia il potenziale perché arrivi a 200» dollari al barile.
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