«Voglio giustizia». È fulminea ma allo stesso tempo chiarissima la richiesta di Giuseppe Di Mambro, il papà di Manuel, il bambino di un anno e mezzo deceduto giovedì mattina per cause ancora da chiarire durante il trasporto in ambulanza da Cassino a Roma. «Se la morte di mio figlio fosse stata causata dalla negligenza dei medici o della struttura sanitaria scadente - ha detto introducendo la sua versione dei fatti - voglio che i responsabili paghino fino allultimo per quanto accaduto. Voglio evitare che un altro bambino muoia come Manuel».
Prende fiato Giuseppe, 39 anni, impiegato: «Mio figlio non aveva la febbre, non aveva neppure la tosse. Lo abbiamo portato al pronto soccorso dellospedale di Cassino martedì sera perché aveva il respiro affannato. Quando siamo arrivati al pronto soccorso, lo hanno visitato e ricoverato in pediatria. Mercoledì mattina, con una radiografia, hanno diagnosticato una broncopolmonite. E hanno iniziato la terapia. Ma Manuel stava bene, aveva una forza spaventosa. Per fare in modo che i medici gli mettessero la flebo lo abbiamo dovuto reggere in quattro. Quando giovedì il primario ha deciso di trasferirlo a Roma, non era grave. Parlava con la mamma, la guardava con quegli occhioni belli che aveva». Poi aggiunge: «Non è vero che il primario era accanto a mio figlio quando ha avuto la crisi respiratoria. Era sullambulanza, ma seduto davanti assieme allautista. Il mezzo si è fermato sulla corsia di emergenza dellA1, io ero dietro con la mia vettura. Il medico ha scaraventato mia moglie fuori e ha iniziato a rianimarlo. Quando siamo arrivati al pronto soccorso di Frosinone era in coma. Questa è la verità».
Ivana, la mamma, ha un filo di voce ed è stremata dal dolore: «Era un bambino dolcissimo. Era il mio tesoro. Avevo solo lui. Ero sullambulanza quando ha iniziato ad avere problemi respiratori gravi. Ero seduta accanto a lui mentre era steso sul lettino. Era tranquillo. Poi, allimprovviso, ha iniziato ad agitarsi e loperatore sanitario che era accanto a me mi ha detto di prenderlo in braccio per rassicurarlo.
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