I gestori chiedono lo «switch off»

Fastweb, Vodafone e Wind hanno chiesto ad Agcom lo switch-off obbligatorio dalla rete in rame a quella in fibra, proprio come si sta facendo per il digitale terrestre, per realizzare il proprio progetto di cablatura in banda larga delle prime 15 città italiane. Uscendo dall’incontro tra i tre operatori con l’Authority per le comunicazioni, l’ad di Wind Luigi Gubitosi ha detto che le aziende hanno «bisogno in tempi rapidi di un contesto chiaro in cui operare. Abbiamo presentato le nostre richieste per poter andare avanti con il progetto». Il piano, che prevede costi per 2,5 miliardi, ipotizza l’intervento di Telecom Italia, che si farebbe carico di un terzo dell’investimento e della Cassa depositi e prestiti per un altro terzo. Stefano Parisi, ex ad di Fastweb e oggi responsabile per il progetto, ha detto che le condizioni sono, «oltre alla migrazione forzata dal rame alla fibra, che la rete che si va a costruire sia punto-punto e in unbundling, che ci sia l’obbligo di accesso ai cavidotti e che il costo di unbundling per cavidotti e rame sia calcolato al costo storico». «Bisogna incentivare la fibra e non il rame. Per questo le nuove tariffe proposte dall’autorità che incentivano il rame sono sbagliate», ha aggiunto l’ad di Vodafone italia, Paolo Bertoluzzo. Secondo Fastweb, Vodafone e Wind lo switch-off potrebbe essere fatto progressivamente senza attendere l’intera realizzazione del progetto.

Il presidente di Agcom, Corrado Calabrò, ha benedetto il piano: «Abbiamo ascoltato con grande interesse le proposte: ben venga un’iniziativa che contribuisca a far decollare un progetto decisivo per il futuro del sistema paese». L’Authority farà la sua parte, «predisponendo regole chiare e precise».

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