I ghisa sui bus: in 2 mesi scoperti 85 clandestini

Da maggio cinque le retate del Nucleo tutela trasporto della polizia locale. Otto le linee ad alto rischio tenute sotto controllo

Altro che pratiche da America Latina, come li hanno definiti con disprezzo a sinistra. I blitz dei ghisa sugli autobus milanesi presi di mira dai balordi hanno già prodotto risultati apprezzabili. Fatti, non chiacchiere, in linea con la crescente domanda di sicurezza dei cittadini.
In due mesi le cinque retate del Nucleo tutela trasporto pubblico, fortemente volute dal vicesindaco Riccardo De Corato, hanno condotto alla scoperta di 85 immigrati clandestini, all’arresto di sei persone, alla denuncia di tre casi di resistenza a pubblico ufficiale e mancata esibizione dei documenti e all’individuazione di 220 passeggeri sprovvisti di biglietto.
Otto le linee controllate, dalla 90 alla 52. «Sono le rotte più a rischio, secondo quanto ci hanno segnalato l’Atm, la rappresentanza sindacale dei conducenti e i cittadini stessi - spiega De Corato -. Linee sulle quali continueremo a vigilare anche nelle prossime settimane in modo incessante».
Ma chi sono e cosa fanno i balordi che infestano i bus? L’identikit è presto fatto: giovani, soprattutto stranieri, spesso attaccabrighe e quasi sempre senza biglietto. Spacciano, borseggiano, fanno risse, scrivono sui sedili. A volte si muovono in vere e proprie bande. Le statistiche danno un’idea sulla loro pericolosità: dal 2002 al 2007 sono state segnalate 912 aggressioni a controllori, conducenti o altri passeggeri, 603 atti vandalici (danni alla vettura, lancio di oggetti o graffiti) e un’infinità non calcolata di borseggi. Senza dimenticare lo spaccio di droga, individuato in ben nove linee cittadine.
«I milanesi non ne possono più di vedere salire sui mezzi pubblici immigrati che non pagano mai il biglietto e non hanno nessun rispetto per gli altri. La nostra risposta a questo malcostume è tolleranza zero», dice il vicesindaco. Non solo «portoghesi», però. Molti non hanno in tasca nemmeno i documenti o il permesso di soggiorno. De Corato lo sa bene. «Il pubblico ufficiale ha il dovere di chiedere i documenti al cittadino. Italiano o straniero che sia. E se uno ne è sprovvisto, è giusto applicare la legge». Che per un cittadino extracomunitario, in base alla Bossi-Fini, significa espulsione.
Vigili sugli autobus, ma anche in metropolitana. Gli uomini del Nucleo tutela trasporto pubblico agiscono in borghese sulle tre linee sotterranee. «Servono a scovare e allontanare ladri e accattoni vari», chiarisce il vicesindaco. E all’opposizione che critica i blitz De Corato risponde per le rime. «Mi sembra che nessuno ha alzato la voce contro il sindaco di Rozzano D’Avolio.

Non sanno che sulle linee di collegamento con Milano il primo cittadino del centro-sinistra ha chiamato addirittura i carabinieri a fare le retate? È il solito discorso: se un comune di centrodestra fa qualcosa per la sicurezza dei cittadini si grida allo scandalo. Mentre se un’iniziativa simile la fa un sindaco di centrosinistra tutti stanno zitti». I soliti controsensi della politica.

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