Tra i gialli irrisolti quello della tomba di García Lorca

Madrid. L’iniziativa di Garzón potrebbe riportare alla luce i resti del grande poeta Federico Garcia Lorca. I reduci repubblicani della guerra civile spagnola chiedono infatti di riaprire la fossa comune in cui sarebbe stato gettato dopo essere stato fucilato nella notte tra il 18 e 19 agosto 1936 vicino a Granada, nel sud della Spagna. A renderlo noto è l’Arhm, associazione delle vittime repubblicane della guerra civile spagnola (1936-39) e della dittatura di Francisco Franco (1939-1975), secondo cui la richiesta d’apertura sarà presentata nei prossimi giorni alla giustizia spagnola. La famiglia di Lorca, morto a 38 anni, si è sempre opposta all’apertura della fossa, che si trova vicino a Viznar, in Andalusia, e dove si trovano anche i resti di un maestro di scuola, Dióscoro Galindo Gonzalez, e di due toreri anarchici, Joaquín Arcollas Cabezas e Francisco Galadí Melgar, uccisi assieme a lui. Il luogo, Fuente de las Lagrimas, è ora diventato un parco che porta il nome del poeta.

Per qualcuno, il poeta sarebbe sopravvissuto alla fucilazione: sarebbe stato portato da un contadino in un convento vicino, dove sarebbe morto in seguito. La figlia del maestro di scuola ucciso, Nieves Galindo, vuole ora verificare se i resti di suo padre si trovino veramente nella fossa e presenterà una nuova domanda di apertura al giudice Baltasar Garzón.

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