I giudici di Roma: via ai risarcimenti per le polizze Unicredit Vita

RomaAvevano investito i loro risparmi in una polizza vita Unicredit credendo di averli messi al sicuro, ma non avevano considerato le ripercussioni del fallimento della Lehman Brothers. Così migliaia di persone si sono trovate in difficoltà quando si è trattato di ottenere il pagamento della polizza al momento della scadenza. Ora, quando la maggior parte dei risparmiatori disperava ormai di poter recuperare l’intero importo, il Tribunale di Roma ha dato ragione ad uno di loro, condannando la Cnp Unicredit Vita spa alla restituzione dell’intera somma versata e aprendo la strada ad una catena di possibili ricorsi fotocopia.
A rivolgersi al giudice è stato un signore che nel 2001 aveva sottoscritto una polizza vita con la società Roma Vita spa (oggi Unicredit Vita) presso la Banca di Roma, agenzia di Rieti, denominata «Progetto Index linked Performance 8», versando un premio unico di 70 milioni di lire. La polizza aveva una durata decennale con scadenza il 30 giugno del 2009 ma, sopraggiunta quella data, la società si era rifiutata di pagare. Un problema comune a tanti risparmiatori. La polizza in questione, infatti, era ancorata a un’obbligazione emessa dalla Lehman Brothers che, al momento del contratto aveva un buon rating - scrive il giudice - ma che improvvisamente è fallita. Ai clienti venne allora proposta una transazione. Fu offerta loro la possibilità di riprendere il 50 per cento del capitale, poi avrebbero dovuto aspettare il luglio del 2012 per recuperare (forse) il resto. Il compromesso che prevedeva la rinuncia a parte del premio venne accettato, seppur a malincuore, dal 98 per cento dei risparmiatori. Il cliente in questione, invece, rifiutò. E decise di rivolgersi all’avvocato Gianluca Graziani, che ha portato la questione in un Tribunale. Altri lo avevano fatto in precedenza, ma quella firmata lo scorso 1 aprile dal giudice Paola Scorza è una delle prime sentenze in materia, che farà sicuramente da apripista. Per il giudice la polizza «non può che riferirsi ad un contratto di assicurazione sulla vita, caratterizzato dunque dalla certezza della prestazione prevista alla scadenza della polizza stessa e dalla funzione di garanzia del risparmio, escludendosi a carico dell’assicurato-contraente qualsiasi rischio finanziario». Da quanto si legge nel contratto, scrive il giudice, appare evidente che «allo scadere della polizza sarebbe stata corrisposta una somma pari al premio originario versato».

«Ne consegue - ritiene il Tribunale - che del tutto pretestuosi appaiono i tentativi della società di sottrarsi all’adempimento potendo l’andamento delle obbligazioni emesse dalla Lehman Brothers incidere sul rendimento variabile e giammai sulla corresponsione del capitale minimo garantito». L’avvocato della Cnp Unicredit Vita, Carlo De Vita, ricorda «che è soltanto una sentenza di primo grado e che ce ne sono state altre di segno opposto».

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