I consiglieri laici del Pdl ieri hanno fatto mancare il numero legale al Consiglio superiore della magistratura e impedito così il voto su una risoluzione contro il premier Silvio Berlusconi. Il presidente del consiglio era accusato di aver denigrato il sostituto procuratore di Milano, Fabio De Pasquale, e l’intera magistratura. Il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, ha quindi rinviato il voto a oggi. Lo stesso Vietti, in precedenza, s’era espresso in questo modo: «Usare espressioni come sovvertimento dell’ordine democratico è tanto grave quanto infondato», in riferimento però al caso Ruby. Il numero due dell’organo di autogoverno delle toghe ha aggiunto: «In questo contesto si possono far valere le buone ragioni che sconsigliano ogni iniziativa di delegittimazione dell’ordine giudiziario che è presidio della legalità nel nostro Paese». E alla domanda dei cronisti se Berlusconi debba presentarsi davanti ai pm di Milano, settimana, Vietti ha risposto: «Questo è un problema di Berlusconi e dei suoi avvocati». La replica del Pdl è affidata al vicecapogruppo al Senato, Gaetano Quagliariello: «Troppo facile e troppo comodo derubricare così la questione della legittimità di una Procura a indagare.
È evidente che il primo ad avere interesse a difendersi è il presidente Berlusconi. Tuttavia un ufficio giudiziario privo di competenza territoriale e funzionale nonostante questo è andato avanti come se nulla fosse, con un massiccio dispiegamento di mezzi».I laici del Pdl bloccano il voto sul caso De Pasquale
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