Visitare i luoghi santi, la terra calpestata da Gesù durante la sua vita terrena, è un'esperienza indimenticabile. Rappresenta infatti un ritorno alle origini, all'essenziale, a quelle grotte e a quelle pietre dove tutto, duemila anni fa, è cominciato.
Per questo il Giornale, dopo il successo delle escursioni in Kenya, ha deciso di proporre ai suoi lettori la possibilità di questo viaggio. Un viaggio culturale e insieme religioso, che permetterà di conoscere meglio le nostre radici e la nostra identità, visitando innanzitutto i luoghi storici della vita del popolo d'Israele, piccola entità etnica che, isolata nel panorama dei Paesi circostanti nell'età antica, credeva in un Dio unico che interagiva e interveniva nella storia dell'uomo. Un popolo in attesa di un messia, capace di portare a compimento le promesse affidate da Dio stesso ai suoi patriarchi.
Nel momento in cui più forte è l'attesa messianica, descritta non soltanto dai profeti d'Israele, in quell'angolo così sperduto dell'impero romano, così oscuro rispetto ai fasti della capitale, mentre a Roma regna Ottaviano Augusto e in Giudea il re Erode, viene alla luce Gesù di Nazaret, l'unico uomo della storia ad aver definito se stesso «Via, Verità e Vita».
Il Nazareno è come un puntino insignificante nella storia di quell'epoca, un «ebreo marginale», com'è stato definito. Un uomo che, raccolti attorno a sé pochi discepoli, annuncia un messaggio d'amore e finisce torturato e ammazzato a Gerusalemme nel peggiore e più infamante dei modi, la crocifissione. Ma quel gruppuscolo di seguaci, impauriti, abbattuti e distrutti per la sorte del loro «rabbi», tre giorni dopo la sua deposizione nel sepolcro, fanno una scoperta sconvolgente. La tomba scavata nella roccia accanto al Golgota viene trovata vuota. E Gesù, quello stesso che avevano visto cadavere, si fa vedere nuovamente in mezzo a loro. In questo evento c'è tutto il cristianesimo. In quella nascita, morte e resurrezione è racchiuso l'evento che ha diviso in due la storia dell'umanità. L'evento che anche chi non crede inconsciamente celebra, ogni qual volta scrive la data su una lettera o su un'email calcolando gli anni dalla nascita di Cristo.
Il viaggio in Terrasanta, che ci porterà dal 23 febbraio al 2 marzo nello Stato d'Israele, e per un giorno nei territori dell'Autorità palestinese, ci permetterà di vedere quei luoghi. Di entrare nella piccola grotta di Nazaret, la casa di Maria, dove una ragazza quattordicenne dicendo il suo «sì» permise l'inizio di quella straordinaria «joint venture» tra il divino e l'umano rappresentata dall'incarnazione del Figlio di Dio, nato a Betlemme. Dio che si fa bambino, un bambino totalmente dipendente dalle cure di un padre e di una madre.
Entreremo a Cafarnao, nella sinagoga dove Gesù prese la parola e dove vivevano i fratelli Pietro e Andrea; visiteremo il Monte delle Beatitudini e avremo negli occhi lo stesso panorama che aveva negli occhi il Nazareno, quando proclamò di fronte alla folla quello straordinario capovolgimento dei valori di allora ma anche di oggi, annunciando la predilezione di Dio per i piccoli e per gli umili. Vedremo il Getzemani, dove Cristo attese in preghiera di essere arrestato, ci inoltreremo lungo la Via Dolorosa, la stessa che egli percorse con la croce sulle spalle per arrivare alla basilica del Santo Sepolcro, dove sono racchiusi in un'unica e disordinata costruzione sia il Golgota che il sepolcro.
Andremo anche a Qumran, dove vivevano gli esseni e dove è stata ritrovata la loro straordinaria biblioteca di antichi manoscritti, come pure visiteremo l'antica fortezza di Masada. Vedremo il Muro del Pianto e la spianata delle moschee, faremo incontri interessanti con alcuni protagonisti della vita religiosa e civile perché in Terra Santa non ci sono soltanto pietre, ma anche pietre vive di cristiani che nonostante le tante difficoltà continuano ad abitarla.
Avremo il modo per conoscerci personalmente, per discutere e approfondire. Ci sarà tempo dedicato alla preghiera e alle funzioni religiose (con possibili alternative per tutti coloro che non vorranno parteciparvi), ma anche per approfondimenti culturali, grazie all'accompagnamento di guide espertissime, che da molti anni anni fanno parte del team di «Avvenimenti».
Insomma, ci sono tutte le premesse – non ultima la sistemazione in alberghi che offrono un servizio di qualità – per trasformare il viaggio in Terra Santa in un'esperienza indimenticabile.
Sarà possibile partire dagli aeroporti di Milano Malpensa e di Roma Fiumicino con voli di linea diretti a Tel Aviv: le due comitive si ricongiungeranno la sera del 23 febbraio a Nazaret.
Per prenotazioni
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