Tutti si domandano: che cosa accadrà stamattina alla riapertura delle Borse e dei mercati? A un esperto, Mario Spreafico, direttore investimenti di Schroders Italia, domandiamo: è sufficiente il pacchetto di misure varato a Bruxelles per tranquillizzare gli investitori? «Le decisioni prese dallEurogruppo - risponde - sono importanti soprattutto dal punto di vista politico. I ripetuti crolli dei giorni scorsi sono stati provocati anche dalla tardività delle reazioni a livello europeo. È stato anche un danno dimmagine per i vertici dellEuropa, che nel weekend, invece, hanno dato un forte segnale di coesione e di chiarezza. Di fronte al quale anche la defezione della Gran Bretagna non mi sembra importante».
Come si muoveranno i mercati?
«Credo che potranno reagire meglio gli azionari, e che la speculazione possa perdere forza. Diverso il discorso sui titoli di Stato, che in alcuni Paesi dovranno convivere con un prezzo al rischio più elevato. Penso, per esempio, alla Spagna dove dovrà essere rivisto lo stesso modello economico, che negli ultimi anni si era basato eccessivamente sul comparto immobiliare e su altre componenti colpite dalla crisi del 2008».
Perché lazionario promette di più?
«I forti cali degli ultimi giorni appaiono a mio avviso ingiustificati. In quanto, nonostante tutto la ripresa cè, e lo confermano i dati sulla produzione industriale in Germania e in altri Paesi, che sono soddisfacenti».
I mercati, negli ultimi giorni, sono stati attaccati dalla speculazione. A che cosa si assiste in una sala operativa?
«Si vedono improvvisamente, al video, titoli e interi comparti oggetto di vendite abnormi, con volumi crescenti e con un aumento della differenza tra prezzi di vendita e di acquisto. Si assiste in pochi secondi a uno scarico violento di grandi quantità di titoli. E i prezzi si sbriciolano. È come unonda che si sposta da un mercato allaltro, dalla Grecia alla Spagna, dai titoli di Stato alle banche...».
La speculazione si riconosce?
«Sì, dalla forza con cui avvengono le variazioni al rialzo e al ribasso, dalla volatilità impressa ai titoli».
Ma si sa chi manovra questi capitali? Si è parlato di una riunione di hedge fund, a New York, per decidere chi e come colpire.
«Ma la notizia è stata smentita. Se fosse vera sarebbe anche reato. Che ci sia grande concentrazione su obiettivi specifici lo si vede, ma che sia una cosa concordata è difficile da dimostrare».
È la stessa speculazione del 2008?
«Allora ce nera di più».
Le regole sono rimaste inalterate.
«Sì, nonostante i richiami di Obama e di molti Paesi, Italia compresa. Occorrerebbero più trasparenza e più controlli, per esempio sui Cds».
I giudizi delle agenzie di rating sono il Vangelo?
«No, certo.
«I listini risaliranno prima dei Bond»
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