I marziani del basket sono atterrati a Roma. E si sono portati con loro una leggenda. I marziani sono quelli dei Phoenix Suns dellNba. La leggenda è Bill Russell. I marziani hanno giocato ieri sera contro la Virtus Roma. La leggenda, oltre agli impegni delle cerimonie ufficiali imposte dagli sponsor, fa il turista. Mike DAntoni, il coach di Phoenix, fa il modesto. «Roma è una gran bella squadra, non è ancora completa nellorganico. Eppoi le mancano ancora gli americani». Già, gli americani. Il mondo (campionato del mondo a parte) si divide cestisticamente fra gli Usa ed il resto del mondo. Fra chi gioca nellNba, e chi la guarda.
Barbosa è uno dei marziani di Phoenix. Lui nellNba gioca e segna. E vuoi per dovere dospitalità, vuoi per un pizzico di ipocrisia, dice che non sa assolutamente se riusciranno a vincere. Marziani educati. Anche DAntoni lo è. Nellinaugurare un campetto di pallacanestro (offerto dalla Nba Cares, «un programma destinato ad avvicinare i giovani al basket», commenta David Stern, commissioner dellNba), individua segnali incoraggianti per la Virtus Roma. In primo luogo, la coincidenza che lui e Dan Peterson si ritrovano a Roma. Lultima volta che successe, Roma vinse lo scudetto. Veltroni e Rivera applaudono. Toti, il presidente della Virtus, invece, fa gli scongiuri.
Chi si gode la scena da lontano è la leggenda. Bill Russel è un elegante signore di 72 anni. Una barbetta bianca gli circonda un viso lontano 210 cm da terra. È stato il più forte rimbalzista della storia dellNba: nella sua carriera ne ha presi più di 4 milioni e 104 mila. Con i Boston Celtics ha vinto 11 titoli Nba in 13 anni. Ha segnato 14.522 punti. E la sua maglia numero 6 è stata ritirata da Boston in segno domaggio. Nel 1980 è stato proclamato «il più grande giocatore» nella storia dellNba.
Ora questa leggenda se na va in giro per Roma, come un turista qualunque. «Si, è la prima volta che vengo qui. In Italia ero stato a Milano nel 1959 per uno stage. Bellissima questa città, ma si passeggia meglio a Parigi (Veltroni è lontano e non sente). Qui cè troppo caos e confusione. Mi hanno portato sulle scale... come si chiamano? Sì, Trinità dei Monti. Mia moglie, invece, ha voluto che andassi in Vaticano. Sapete, è molto cattolica», e sorride. «Ora seguo tutte le cerimonie del programma, ma sono stanco della cucina dellalbergo. Dove posso cenare in un posto caratteristico, tutti mi parlano della cucina romana, ma dove la trovo?».
Semplice, sorridente, con una gran voglia di uscire dallufficialità, la leggenda quasi sintenerisce quando qualcuno gli ricorda i suoi filmati. Era linizio degli anni Settanta, e la Nba (che oggi regala campi di basket per promuovere il basket) allepoca faceva arrivare in Europa filmati in bianco e nero nei quali i suoi giocatori insegnavano i movimenti fondamentali della pallacanestro. In uno cera Russell che consigliava: il modo migliore per fare due punti, è schiacciare. «È vero - sorride Russell - dicevo proprio così». Un attimo di riflessione, ed aggiunge: «Perché non è vero?».
Ecco, gli uomini dellNba sono fatti così: sono marziani caduti sulla Terra.
Barbosa, distante da Russell firma autografi a un mucchio di ragazzini; e una manciata di coatti con le maglie della Nba applaude da lontano. Li hanno tenuti lontano: avevano maglie dei Los Angeles Laker, dei Chicago Bulls. Nemmeno uno con quella dei Phoenix Suns.
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