Nelle aule affreschi del Settecento e decorazioni neoclassiche, per i corridoi pianoforti, nel cortile monumenti e richiami al periodo napoleonico e fascista. Le ex allieve sono illustri: magistrati, medici, giornaliste, il sindaco Letizia Moratti. L'atmosfera è quella di un college anglosassone o di una scuola privata, magari svizzera o religiosa. Invece siamo in una scuola pubblica, statale, il Collegio delle fanciulle di Milano. Voluto da Napoleone per accogliere le figlie degli ufficiali, oggi il Collegio, oltre al Linguistico privato e rigorosamente solo femminile, ospita due licei statali, il Classico e lo sperimentale Classico europeo, entrambi solo femminili ancora per poco.
«Dal prossimo anno apriremo ai ragazzi» ci spiega Marta Berti, che è qui dal 1974, prima come professoressa, ora come direttrice. «Ma la tradizione al femminile funziona benissimo: con un'utenza omogenea cè più concentrazione, più impegno».
La vera sorpresa però è che alle studentesse i ragazzi non mancano proprio per nulla. «Il passaggio dalle medie al liceo è uno stacco importante e che qui non ci siano i ragazzi passa in secondo piano», racconta Marta Raimondi, seconda liceo classico. «Anzi, la vedo più difficile immaginare che arriveranno. Lo scambio tra i sessi ci vuole, ma non vedo perché debba crearmi amicizie maschili proprio a scuola».
«Vengo a scuola per studiare e perciò non sento il bisogno di avere un ragazzo accanto», spiega Elisa Serra, quarta liceo classico europeo. «Ci possiamo divertire anche tra ragazze».
La sensazione che tutte le intervistate danno è che la presenza maschile sarebbe una distrazione. Che i maschi facciano perdere tempo e il loro contributo possa rompere un equilibrio: «Alle medie i maschi facevano solo rumore», dice Elisa. E Marta aggiunge: «Nella mia scuola non erano mai trainanti. Per numero erano di più, ma restavano in ombra. I miei amici di altre scuole mi dicono Ma come fai a resistere? Io rispondo che è meglio così, che i ragazzi non possono capire e ragionare come noi».
L'ex alunna Valentina Buffa, ora iscritta a legge in statale, ribatte: «Però magari sarebbe stato bello fare le gite con i ragazzi. Io ho sempre avuto le mie conoscenze fuori scuola, ma col senno di poi dico che forse almeno al liceo i maschi ci vogliono». Sua sorella Maria Vittoria frequenta ancora il Collegio e non è d'accordo: «Sarebbe stato bello, ma abbiamo cose che chi sta in classe mista non potrà mai avere. Con le professoresse parliamo da donna a donna sempre e il rapporto è profondo».
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