I Matti e i Reclusi: così diversi, così uguali

Lunedì sera la tv s’è spartita l’Italia. Un po’ meno della metà se l’è presa Raiuno, un po’ più della metà se l’è presa Canale 5. I matti liberati da Franco Basaglia su un canale, i concorrenti reclusi dal Grande Fratello sull’altro. Dalle antenne di Stato una miniserie impegnata, «alta» come si dice, sulla controversa figura dello psichiatra, dalle antenne di Cologno il reality più abusato del piccolo schermo.
Nulla di più distante e inaccostabile. Apparentemente...
Su Raiuno il dramma di chi fatica per una vita alla volta. I corpi svuotati dei matti letargici aggrediti da docce fredde, elettroshock, isolamento e l’ostinazione intellettuale di un uomo che, a torto o a ragione, combatteva per spingere la cura altrove, fuori da quelle mura, lontano da quei sistemi. Su Canale 5 le inezie dei rinchiusi volontari ingordi di non si sa quante vite, in attesa di sceglierne una, la più conveniente. Con i loro energici fisici anabolizzanti di riflettori, piercing e telecamere. Quelli che si chiudono nel recinto per ritrovare loro stessi, che è poi il modo migliore per fare brutti incontri, e che nel confessionale cambiano gusti sessuali: in eros veritas.
Sul «Primo» le inferriate abbattute a colpi di euforia, con la paura dell’euforia, chiedendole permesso. La paura meglio spesa della loro vita. Sul «Cinque» la porta aperta sul tappeto rosso, quello che accompagna gli «sgabbiati» fino al loro primo bagnetto di folla. Fuori dalla folla, dentro alla follia.
Anche al Gf c’è gente che entra, che esce e che rientra (mai come quest’anno). Parenti che vanno in visita, psicodrammi, cedimenti, un setting che dura quattro mesi e mezzo ma nulla risolve. I nodi cruciali della vita di ognuno rimandati in clip, la storia di ognuno ripercorsa alla velocità di Ridolini perché a casa possano concedere le attenuanti, comprendere le ragioni o l’assenza di ragione. Perché nessuno sembri solo ricoverato in attesa del giudizio di un casting.


E poi la luce, in onda sulla Rai e anche su Mediaset. Fuori tutti a farsi soffocare dalla vita: il mare di Trieste da una parte, il pavimento a specchio dello studio di Cinecittà dall’altra. Fortuna che i dimessi dal Grande Fratello hanno almeno la Marcuzzi...

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