Economia

I mercati non si fidano di De Benedetti Nel '91 l'Ingegnere approvò il Lodo: VIDEO

Nonostante la sentenza sul maxi-risarcimento, crolla la Cir di De Benedetti: bruciati quasi 180 milioni. Tesoro "congelato": l'ultima parola sul pagamento è della Cassazione. Berlusconi vede i figli ad Arcore: summit sulla strategia anti Cir. Nel 1991 De Benedetti approvò il lodo Mondadori: GUARDA IL VIDEO

I mercati non si fidano di De Benedetti 
Nel '91 l'Ingegnere approvò il Lodo: VIDEO

Milano - La notizia per far impennare in Borsa i titoli della galassia De Benedetti c’era tutta: 560 milioni di euro che piovono dal cielo su una società che capitalizza meno di 1,4 miliardi (valore di sabato) avrebbero smosso molte acque. Ma il mercato ha reagito in modo differente, spingendo al ribasso le azioni Cir nel marasma di un’altra giornata nera per Piazza Affari. Anche se il futuro di quel denaro è anche tutto da scrivere: sarà solo la Cassazione a mettere la parola fine sulla «Guerra di Segrate» e, nel frattempo, il tesoretto di De Benedetti potrebbe restare inutilizzato.

Dopo un avvio positivo, Cir ha imboccato la via del ribasso, chiudendo con un calo del 7,2% a 1,66 euro. In un giorno il titolo ha bruciato quasi 180 milioni di capitalizzazione. Flessione più contenuta per Cofide (-1,6% a 0,7465 euro), mentre L’Espresso ha perso il 3,4% a 1,719 euro. Il trend negativo della Borsa (-4%) ha fatto sì la sua parte, ma gli analisti non sono così convinti che l'incasso del 560 milioni da parte di Cir cambi radicalmente le cose. Alcune banche d’affari hanno aggiornato i loro modelli incorporando nelle stime del Nav (il valore netto degli asset) i soldi che l’Ingegnere si appresta a incassare, senza però modificare nella sostanza la raccomandazione.

Diverse le perplessità del mercato: le sentenze civili sono immediatamente esecutive e De Benedetti potrà passare subito sì all’incasso, ma non è detto che la cifra finale che resterà in mano all’Ingegnere sia quella. Fininvest sta già studiando il ricorso in Cassazione, che potrebbe ribaltare o emettere una sentenza meno penalizzante per Fininvest. Tempi lunghi che potrebbero costringere De Benedetti a non utilizzare il tesoretto giudiziario della «Guerra di Segrate» sino alla fine dei tre gradi di giudizio. Formalmente Cir si trova con 560 milioni che, nella sostanza, non sono ancora definitivamente suoi. «La notizia - scrivono gli analisti di Banca Leonardo - è positiva per Cir, ma la fine di questa lunga storia verrà solo dopo il giudizio finale da parte della Cassazione». Una cautela d’obbligo quando il mondo della finanza si mischia irrimediabilmente con quello giudiziario. A questa prima perplessità del mercato, se ne aggiunge un’altra: come De Benedetti potrebbe utilizzare i 560 milioni di euro della Fininvest. Dividendi per pompare cassa alla sua Cofide? Un’ipotesi. Oppure buttarsi in un’acquisizione come quella di Telecom Italia Media (-7,9% oggi in Borsa) per rafforzare il suo impero politico-editoriale che negli ultimi ha sofferto non poco. Soldi, quindi, che potrebbero entrare dalla porta e uscire da un'altra per finanziare una delle nuove avventure dell’Ingegnere, vulcanico nel creare imprese a caccia di business. Come accadde per il fondo salva imprese Management & Capitali, nato con l’idea di rilevare, risanare e salvare piccole e medie imprese ma che per il momento è ricordata quasi esclusivamente per la bagarre borsistica che ha creato. Il titolo, infatti, è stato oggetto in breve tempo di tre Opa, più una quarta ventilata.

La scatola Management & Capitali è nata da una costola di un’altra avventura, questa volta all’epoca della New Economy: la Cdb Web Tech, poi venduta alla De Agostini. E proprio per questo vicenda la Consob, dopo cinque anni di istruttoria (l’agosto scorso), condannò sette azionisti di Cdb Web Tech, fra cui alcuni familiari dell’Ingegnere, a risarcire complessivamente 3,5 milioni di euro per insider trading, l’abuso di informazioni privilegiate. Il mercato sembra quindi aver scelto, al momento, la strada della prudenza, senza gettarsi a capofitto sul primo titolo dove si appresta a giungere un po’ di liquidità. «L’alta volatilità di questi giorni - sostiene un trader - dà poca voglia agli investitori a lungo termine di incrementare le posizioni e preferiscono attendere che il quadro sia più chiaro». Più scontata, invece, la reazione della galassia Fininvest in Borsa, che accusa il colpo: Mediaset ha perso il 3,8%, Mondadori il 4,5% e Mediolanum il 6,3%. «La somma del risarcimento - sostiene un analista - è maggiore delle attese, ma la sostanza non cambia: Fininvest ha le spalle abbastanza grosse per affrontarla». Un’ipotesi circolata a metà giornata ma subito bollata come poco credibile e senza senso, e che sembra far gioco ai ribassisti della Borsa.

«A questi prezzi - sottolinea l’analista - conviene comprare».

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