«I miagolii non si possono imporre a tutti»

Bruno Gambarotta, il Tribunale ha preso la decisione giusta? Giusto il gatto libero nel condominio?
«Un conto è tenere un animale nel proprio appartamento o sul terrazzo: diverso è imporlo agli altri. C'è gente che è allergica, c’è chi ha paura».
Se fosse stato in quel condomino, si sarebbe ribellato anche lei?
«No. Non esageriamo. Carabinieri e tribunali hanno questioni più importanti delle quali occuparsi che non un gatto adottato in un condominio».
Una sentenza del genere stabilisce che dovremmo avere più tolleranza verso gli animali da affezione.
«Ma rispettare gli animali e costringere gli altri alla loro presenza sono due cose diverse. Io ho “combattuto” per tutta la vita contro i figli e i nipoti che volevano portare sempre a casa gli animali randagi. Finito il primo momento di entusiasmo, sono i genitori a doversene prendere cura. Io e mia moglie ci occupavamo della sabbia della gattina, del veterinario, e del peso di dover portare con noi dappertutto questa micia che miagolava dappertutto».
Insomma lei non è tipo da crociate pro randagi...
«Non ho mai fatto del male a nessun animale, ma ho sempre mantenuto una certa distanza. Non riuscirei mai a dormire in una stanza nella quale c'è un animale, per esempio…».
E cosa pensa di chi si disfa del gatto che dà fastidio?
«Gli abbandoni sono vergognosi. Ed è giusto punirli penalmente. Il cane o il gatto non si buttano via, e possono oltretutto diventare pericolosi.

Cosa giusta è segnalare gli alberghi e le pensioni che accettano di buon grado gli animali, nel periodo estivo. Anni fa facevo l'animatore su una nave da crociera: il biglietto per il cane, da solo, costava 4 milioni!».

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