Gerry Scotti: "I miei brani con l'aiutino dell'AI"

Esce "Gerry Christmas", raccolta di classici del pop festivo. "Tutto nasce da Instagram..."

Gerry Scotti: "I miei brani con l'aiutino dell'AI"
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Proprio mentre la Ue mette i primi paletti all'intelligenza artificale, Gerry Scotti pubblica un disco fatto con quello che lui chiama «artificio intelligente». Si intitola Gerry Christmas e raccoglie super classici del pop natalizio come Last Christmas degli Wham! oppure All I want for Christmas is you di Mariah Carey o ancora Feliz Navidad o Jingle Bells o altri che ovviamente tutti conosciamo a memoria: «Ma non ci sono pezzi come White Christmas perché ho cercato di evitare la grandissima classicità, ho voluto un disco laico...». In ogni caso Gerry Scotti, 67 anni, uno dei conduttori più popolari e amati d'Italia, è il primo a pubblicare un disco con queste caratteristiche. Ma come lo ha fatto? La voce è la sua, spesso molto «lavorata» dall'intelligenza artificiale in modo da essere vicina a quella dell'interprete originale. Niente di scandaloso, molto di divertente, a dirla tutta.

Sì ma scusi Gerry Scotti quanto hanno dovuto elaborare la sua voce?

«Beh in certi casi, come in Driving home for Christmas di Chris Rea, la mia voce onestamente non ha avuto bisogno di tante manipolazioni perché io ho più o meno le stesse sue tonalità. Idem per Feliz Navidad di José Feliciano, forse perché la canto da sempre».

E invece in altri casi...

«Beh diciamo che tra Mariah Carey e me c'è un notevole divario, non solo fisico ma anche vocale».

E il Frank Sinatra di Have yourself a Merry Little Christmas?

«Io avevo detto no, non posso cantare una sua canzone. Ma poi i miei collaboratori mi hanno consigliato di cantarla come se fossi sotto la doccia. E ce l'abbiamo fatta. Mi è venuto l'occhio lucido...».

Però non è il suo debutto come cantante.

«L'avevo già fatto nel 1987 con la sigla Smile. Dopo la pubblicazione ero in auto con i miei collaboratori su di una strada in Puglia e, ascoltando la radio, abbiamo sentito che in classifica al secondo posto c'era George Michael mentre al primo c'era proprio Smile... Mi sono talmente emozionato che quasi quasi vado a sbattere contro un palo».

Ma come le è venuta l'idea di questo disco?

«Chi l'avrebbe mai detto con il mio nome e la mia faccia in copertina eh?».

L'idea?

«Da un po' di anni accompagno i miei regali augurando Gerry Christmas. Un gioco di parole per l'assonanza tra Gerry e il tradizionale Merry. Nel tempo abbiamo cominciato a dire: ma perché non facciamo un Gerry Christmas davvero in musica?».

E poi?

«Senza un vero motivo, dalla scorsa primavera su Tik Tok e Instagram sono iniziati a circolare i meme (contenuto digitale, spesso umoristico, che si diffonde rapidamente sui social - ndr) con le mie sembianze adattate a tanti personaggi famosi, da George Michael ad Aretha Franklin fino a Michael Jackson. Insomma, vengono adattate la mia voce o le mie fattezze. Ogni mattina il mio ufficio stampa o mio figlio mi mandano le novità. Oh, guarda come sei venuto oggi, e via così. Alla fine mi si è accesa la lampadina, anzi la lampadona: ma perché non facciamo un disco con questa possibilità di adattare la voce? E così abbiamo fatto, in meno di un mese grazie ai bravissimi collaboratori».

Come la definirebbe questa idea?

«Un'idea modernamente malsana».

L'intelligenza artificale è un pericolo per l'arte.

«Sono talmente amante della musica da pensare che la AI non potrà mai sostituirsi a chi davvero crea musica. Un nuovo disco dei Beatles senza che lo suonino i Beatles? È possibile. Ma dura poco, si capirebbe subito».

E nella tv?

«Con tutta onestà penso che sia difficile che l'intelligenza artificiale possa ricreare nuovi Bonolis o Amadeus o Conti. Forse andrà bene per fare le previsioni del tempo ancora più azzeccate di quelle di oggi. In ogni caso bene ha fatto Hollywood ad assicurare che non userà mai questa tecnologia per i film o le serie».

In sostanza?

«Penso che presto tutti i settori artistici impareranno a utilizzare l'intelligenza artificiale e non a farsi utilizzare».

Gerry Scotti pensa di riprovarci?

«Mah, magari con un disco di duetti. Oppure con un disco maranza con i pezzi da ascoltare d'estate in canottiera».

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