nostro inviato a Montappone
«Se un panama potesse parlare, racconterebbe migliaia di storie: viene intrecciato per mesi, nelle case e, così, ogni pezzo diventa unico». Attilio Sorbatti è stato consulente dellOnu in Ecuador, dove ha spiegato agli abitanti come utilizzare i macchinari e preparare un cappello finito: dal suo laboratorio di Montappone, eredità di padre e zii lungimiranti («zio Filippo è andato in Cina nel 68 a comprare materiali») è volato Oltreoceano e ha trascorso 40 giorni nella patria del panama, un copricapo che è una leggenda e che, in Italia, porta anche il suo nome. La sua azienda importa i pezzi già intrecciati (il «cono») e poi si occupa di modellatura, taglio, cuciture e, infine, della stiratura, in una pressa pneumatica ad olio. Questanno ha fatto arrivare diecimila pezzi che si ritroveranno sulle teste degli appassionati italiani ed europei. «I prezzi partono da dieci euro e arrivano a 500, a seconda della finezza e del numero di cerchi, i gradi, che possono essere soltanto tre, per i pezzi meno pregiati, fino a 7-8 o, addirittura, venti-ventidue». In questo caso, il panama diventa un gioiello per collezionisti: «In negozio costa intorno ai 1.500 euro, ne ho cinque-sei ogni anno: ciascuno richiede dai quattro ai sei mesi di lavoro. Sono leggerissimi e rari.
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