I milanesi a messa all’ora di pranzo

Ci sono gli affezionati della messa quotidiana. Non si perdono un giorno altrimenti dentro gira storto e allora piuttosto non mangiano ma l’appuntamento con la comunione non lo mancano mai. Quelli capitati lì per caso, stufi del corso di yoga «che non è vero sia così rilassante». Altri all’inseguimento della collega, le tracce dei tacchi portano sul sagrato e poi su per i gradini fino alla cappella in fondo a sinistra. Alla fine, gran pienone alla messa dell’una meno un quarto in Duomo.
La cattedrale non è l’unica chiesa ad accogliere ogni giorno piccole pattuglie di fedeli desiderosi di trascorrere la pausa pranzo con Dio invece che col personal trainer della palestra. All’una meno un quarto vanno a messa in San Fedele, vicinissima alle banche, ai palazzi del Comune e a molti uffici, o in San Sepolcro, la chiesa della Biblioteca Ambrosiana. Privilegi di chi lavora in centro, ma qualche messa sostitutiva del pasto si trova anche altrove, come nella chiesa di San Gioachimo di via Fara, dove però la celebrazione delle tredici «per i lavoratori» si celebra solo il mercoledì.
Può suonare irriverente, ma la messa all’ora di pranzo fa tendenza. Nella città delle mode si nota meglio e prima che altrove e i parroci, pur afflitti dalla crisi delle vocazioni, si fanno in quattro per raccogliere la domanda di preghiera che mostra timidi cenni di ritorno a casa, dopo essere passata per il buddismo, la meditazione trascendentale, l’astrologia karmica e altre, varie amenità. Chi si aspetta di trovare solo vecchiette sperdute rimane stupito di vedere esperti di obbligazioni, delusi dai miracoli della finanza e inginocchiati sulla panca più vicina all’altare. «Il Signore è di bocca buona, ci pensa lui a rettificare le intenzioni di chi gli si avvicina» sorride un sacerdote, per niente infastidito all’ipotesi che qualcuno possa sentirsi attratto da altro che dalla buona novella.
A Santa Maria della Consolazione, la chiesa di largo Callas, a due passi dal Castello sforzesco, le messe quotidiane della pausa pranzo sono state istituite a furor di popolo il martedì e il giovedì all’una e un quarto. «Avevamo iniziato a celebrare la messa in Avvento e in Quaresima. Alla fine i fedeli, tra cui diversi impiegati della zona, ci hanno chiesto di trasformarlo in un appuntamento fisso settimanale. Adesso abbiamo sempre quaranta o cinquanta persone» spiega don Paolo Cortesi. Negli altri giorni della settimana la chiesa rimane comunque aperta per la preghiera personale: «La chiesa è riscaldata e con le luci accese per accogliere meglio chi cerca una pausa di riflessione o di lettura spirituale».
Il Duomo resta il punto di riferimento principale. «I confessionali fanno orario continuato e può essere comodo trovare un sacerdote a portata di mano subito prima della messa. O nei casi meno urgenti anche dopo... » spiega un habitué delle dodici e quarantacinque. Poiché l’uomo è incontentabile, non manca chi si lamenta: «Ci vorrebbe una messa all’una e mezza, perché spesso gli impegni mi trattengono in ufficio e non riesco ad arrivare in tempo».
In caso di ritardo, i determinati a scambiare quattro chiacchiere con l’Altissimo ripiegano sulla vicina chiesetta di San Raffaele, dove il Santissimo sacramento è esposto tutto il giorno (pausa pranzo inclusa) per l’adorazione eucaristica.

«Il silenzio aiuta la preghiera, mi fa sentire meglio anche con gli amici» sintetizza un ragazzo tra la chiesa e lo Straf, il bar di via San Raffaele, proprio di fronte, che è una delle mete preferite della gioventù che bazzica i negozi sportivi di corso vittorio Emanuele. Per i viandanti in zona Scala c’è un altro punto di ristoro: la chiesa di san Giuseppe in via Verdi. Dalle sette e trenta del mattino alle sei di sera, orario continuato.

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