Cronaca locale

I mini gettoni dei Consigli di zona mettono a dieta i partiti

«È evidente che dovremo tirare un po’ la cinghia e che c’è una riduzione dei fondi a disposizione per fare attività politica. Ma va bene così. Vorrà dire che stamperemo qualche manifesto in meno». Sono le tre e mezza di pomeriggio, Igor Iezzi, il segretario provinciale della Lega è appena tornato dal raduno di Pontida, trionfante. «Un successo. Sfido chiunque altro a portare così tanta gente con un tempo del genere». Riflette sui sacrifici previsti dalla manovra finanziaria e su come la sforbiciata degli stipendi inciderà sul partito. A partire da quella quota, il 20 per cento, che i consiglieri di zona, così come tutti coloro che grazie alla militanza nel Carroccio percepiscono uno stipendio, versavano alla Lega e che ora rischiano di non esserci più. «Il consigliere di zona versa quei soldi direttamente nelle sezioni. Servono per l’affitto, le bollette della luce. E ora verranno meno. Ma si tratta pur sempre di poche lire», - assicura Iezzi. Conti alla mano, ci sono due consiglieri per ogni circoscrizione cittadina, a ogni sezione fanno capo due zone e 4 consiglieri che versano cento euro a testa al mese «Vuol dire 400 euro in meno. Ma per fortuna abbiamo i soldi del tesseramento e delle offerte. E poi va bene così, questo tagli li abbiamo voluti noi». Certo, ammette il segretario provinciale, passare da uno stipendio di 500 euro mensili - come nel caso dei politici dei Consigli - a zero è un po’ troppo. Magari ci sono delle vie intermedie. «Ad oggi il consigliere di zona fa poco, più che dare denaro alle associazioni non fa. Se potessero realmente decidere sulla vita dei cittadini, allora sì che ci potrebbe stare una sorta di emolumento, inferiore a quello di prima». A dire la verità, dal decentramento, c’è chi è già pronto a sacrificarsi. «Se i tagli saranno confermati - spiega il consigliere leghista di zona 3 Andrea Ancona -, la mia proposta è di auto-tassarci. Noi versiamo al partito il 20 per cento del gettone di presenza, che vuol dire cento euro al mese.

Con la manovra, può essere ragionevole mettere 50 euro».

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