I ministri tramano nell’ombra per vanificare i tagli di Tps

I colleghi di Padoa-Schioppa studiano emendamenti «migliorativi» con i parlamentari amici. Mussi ai suoi: colpita la Ricerca perché io sono del Correntone

da Roma

La legge Finanziaria è quella «terra di nessuno», fra politica ed economia, dove tutto è consentito. Sgambetti fra partiti alleati, emendamenti avvelenati, sconti per le categorie «amiche», strette fiscali per quelle «nemiche». Un vero e proprio Far west parlamentare. O meglio, un vero Vietnam, come Prodi definì i suoi anni all’Iri.
In questo Vietnam può anche avvenire che i ministri di un governo tramino nell’ombra per smantellare una manovra che non li soddisfa fino in fondo. Che organizzino incontri più o meno «carbonari» con i deputati della maggioranza per sostenere propri emendamenti. Che provino a scardinare la Finanziaria di Padoa-Schioppa.
Ed è esattamente quel che sta avvenendo in queste ore. Ieri nell’aula di Montecitorio erano presenti undici deputati. Si discuteva il decreto fiscale, un pezzo importante della manovra complessiva. Fuori, i parlamentari erano almeno il doppio. Ma erano totalmente disinteressati al dibattito. Un gruppuscolo di quelli della maggioranza avevano già avuto un appuntamento, con un ministro. Il primo. «Nei prossimi giorni se ne sono già prenotati altri».
A una pattuglia di deputati della maggioranza, convocati all’alba, Fabio Mussi ha spiegato che la manovra, a parole, dice di puntare sulla ricerca, in realtà taglia le risorse. Ne consegue che è necessario - è stato il ragionamento del ministro - presentare emendamenti alla legge Finanziaria in modo di ripristinare le risorse ridotte.
Ai più intimi, poi, il titolare dell’Università ha anche confidato di intravedere nelle riduzioni degli stanziamenti una scelta politica interna ai Ds per la sua contrarietà alla creazione del Partito democratico. «Mi hanno voluto punire, sono del Correntone...».
Considerazioni politiche e retroscena più o meno immaginifici a parte, di fronte al «muro di gomma» offerto da Padoa-Schioppa ai colleghi sulle modifiche alla Finanziaria, i ministri si stanno attrezzando in vista del dibattito parlamentare della Finanziaria vera e propria. E le 254 richieste di modifiche fatte arrivare a Palazzo Chigi sono lì a dimostrarlo.
Ma si tratta solo delle richieste ufficiali. In realtà, l’azione «avvolgente» dei diversi ministri di spesa sulla manovra si gioca nei corridoi di Montecitorio. Come dimostra l’iniziativa di Mussi e degli altri ministri - per il momento nell’ombra - che preferiscono incontrare separatamente i singoli deputati per mettere in piedi strategie per gli emendamenti. Per poi applicarle nel chiuso delle commissioni. L’operazione in atto è un vero e proprio tentativo dei vari ministri di disegnarsi una «finanziaria su misura». All’insaputa di Prodi e Padoa-Schioppa.
Come è avvenuto per il teatro Petruzzelli di Bari. Se le commissione Bilancio e Finanze sono rimaste sospese per due giorni, prima di dare il via alla discussione degli emendamenti sul decreto fiscale, è perché l’Udeur voleva a tutti i costi inserire nel provvedimento stanziamenti a favore del Teatro Petruzzelli di Bari. La battaglia si trasferirà sulla legge Finanziaria.

C’è da scommettere infatti che la maggioranza tenterà di riproporre nella finanziaria vera e proprie l’emendamento scartato dal decreto.
L’assalto alla diligenza, tradizionale in ogni finanziaria, è solo agli inizi. Quest’anno, però, sarà più complicato del solito per la «multietnicità» della maggioranza e delle correnti interne ai diversi partiti.

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