I misteri della congiura dei Pazzi svelati da un’antica lettera cifrata

Firenze, 26 aprile 1478, durante la messa domenicale Giuliano e Lorenzo de’ Medici sono inginocchiati in attesa dell’Eucarestia. Sono giovani, sono potenti, si stanno ritagliando un ruolo sempre più ampio nella feroce lotta politica tra i tanti staterelli che compongono l’Italia. Poi d’improvviso succede: s’alzano i pugnali - proprio nel momento in cui il celebrante solleva l’ostia -, la gente urla e fugge. Giuliano non ha scampo, è colpito subito, Francesco Pazzi, potente banchiere rivale dei Medici, e Bernardo Bandini gli sono addosso. Lorenzo invece è solo ferito, il suo amico Franceschino Nori si lancia contro gli aggressori, sacrifica la vita per salvarlo, gli dà il tempo di impugnare una spada, di far accorrere altri uomini fedeli, di rifugiarsi nella sacrestia vecchia. Il resto è storia nota, quella che siamo abituati a chiamare «congiura dei Pazzi» fallisce, e la vendetta del partito mediceo è rapida e brutale. Salvandosi, Lorenzo trionfa, si trasforma nel Magnifico, il vero ago della bilancia che regola gli equilibri della Penisola.
Eppure, nonostante della congiura e dei sui esiti si sappia tutto da secoli, molto meno si sa del «prima». Di come sia nata la decisione politica dei Pazzi, e del loro «partito» politico, a giocarsi le sorti di Firenze in un azzardo violento e rischioso. La spiegazione sembra averla trovata Marcello Simonetta, professore di storia e letteratura alla Wesleyan University nel Connecticut, il quale si è dedicato per anni agli archivi segreti del Rinascimento. Nel 2001 ha ritrovato una lettera cifrata nei faldoni appartenuti a Federico di Montefeltro, duca d’Urbino. Forzando il codice, ha scoperto una chiave per interpretare il «golpe» dei Pazzi. Così in L’Enigma Montefeltro (Rizzoli, pagg. 307, euro 19) ricostruisce le complicate vicende di un complotto che coinvolgeva il Papa Sisto IV, il Duca (le cui truppe aspettavano fuori Firenze per aiutare i congiurati), e gli interessi di tutte le corti italiane. Ma non solo: il saggio, scorrevole come un romanzo, racconta un bel pezzo di storia del ’400 compreso l’omicidio, sempre in chiesa, di Galeazzo Maria Sforza, signore di Milano, avvenuto nel 1476, quasi un «modello» per l’aggressione ai Medici.


Se poi al lettore non bastassero le serie ricostruzioni di Simonetta, segnaliamo l’arrivo, a breve, di Quattrocento scritto da Susana Fortes (Nord, pagg. 377). In questo caso le vicende della congiura diventano spunto per un thriller fantasioso ma ben scritto.

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