Cultura e Spettacoli

I misteri dell’omicidio-suicidio in San Pietro

Uno dei momenti più tragici della storia recente dello specialissimo piccolo esercito delle Guardie Svizzere è avvenuto quasi otto anni fa, nel maggio 1998, con l’omicidio-suicidio che ha visto morire il neocomandante Alois Estermann e la moglie Gladys Meza Romero, uccisi dalla guardia Cedric Tornay, poi suicidatasi. Si tratta di una strage misteriosa, nata - a detta delle autorità vaticane - da una serie di screzi e promozioni mancate, proprio a poche ore dalla nomina ufficiale di Alois Estermann a comandante delle Guardie, avvenuta esattamente quel giorno. Soltanto dopo questo tragico episodio verranno diffuse notizie incontrollate, secondo le quali il comandante Estermann, che tutti ricordano ancora giovanissimo sulla jeep bianca papale mentre sorregge Giovanni Paolo II subito dopo essere stato colpito dagli spari esplosi dall’attentatore turco Ali Agca, avrebbe per anni fatto la spia al soldo dei servizi segreti della Germania orientale. Il portavoce della Santa Sede, Joaquín Navarro Valls, smentì seccamente queste voci che gettavano discredito sul comandante ucciso. L’inchiesta condotta dai giudici d’Oltretevere, ai quali spettava la competenza, essendo l’omicidio avvenuto all’interno delle mura vaticane, hanno concluso che l’accaduto si deve attribuire a un raptus di follia del vice-caporale Cedric Tornay.

Anche se tutta la vicenda è rimasta da allora avvolta da un alone di mistero non ancora dissipato.

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