Sono un esercito di duecento persone. Ma presto diventeranno trecento e anche di più. Sono i mobility manager, gli ingegneri della mobilità. Per contratto, hanno un compito enorme: scovare il trucco per ridurre traffico e smog. Come? Studiando il metodo migliore per i tragitti casa-lavoro-casa dei dipendenti delle grandi aziende. Che non vuol dire convincere ogni lavoratore a lasciare a casa lauto e prendere i mezzi. Ma che significa suggerire alle istituzioni possibili soluzioni (vere) per ridurre il traffico privato. «Però - dicono i mobility manager - il primo passo deve essere il potenziamento dei mezzi pubblici, altrimenti non si risolve un bel niente».
Il problema è sempre quello: per le aziende private con una sola sede centrale, per quelle in periferia, per quelle con i dipendenti che si spostano in giro per la città. E anche per le università. Il Politecnico ha chiesto di migliorare le condizione del via vai ininterrotto aumentando i treni nelle ore di punta. Una ditta in zona Lambrate ha proposto al Comune di installare una rastrelliera di bici a noleggio a fianco della stazione. Una richiesta semplice? Nientaffatto. I tecnici di Palazzo Marino hanno risposto picche: impossibile montare una postazione isolata, lontana dal resto delle altre rastrelliere. Come soluzione alternativa si sta pensando a un parcheggio custodito per le biciclette dei dipendenti ma lo spazio, dopo i lavori in stazione, non è ancora stato individuato. Eppure qualche bicicletta aziendale cambierebbe la vita a parecchi dipendenti. In via Rubattino e dintorni infatti i mezzi sono sempre un pigia-pigia: lì passano lautobus intercomunale 924 e il 39 che saltuariamente prolunga il percorso. Ma negli orari di punta è un caos.
Le idee non mancano: qualche mobility manager propone anche di potenziare il telelavoro. «Potrebbe essere una grossa soluzione, soprattutto quando ci sono emergenze come il Pm10 alle stelle, la neve o le esondazioni del Lambro, che paralizzano totalmente larea di Lambrate».
A chiedere un potenziamento forte dei mezzi è invece lingegnere della mobilità della Milano Ristorazione, Diego Poma. La situazione che si trova ad affrontare è piuttosto complicata perché gli oltre 300 dipendenti della società che gestisce le mense scolastiche non lavorano in ununica sede ma sono sparpagliati nei vari centri cucina, in scuole ed asili. Mentre il Comune spinge in tutti i modi per il car pooling, Poma ha decretato che «è impossibile attuarlo: i dipendenti hanno orari diversi, sedi di provenienza diverse e destinazioni diverse». Lunica soluzione per incoraggiare i lavoratori a lasciare a casa lauto sarebbe un miglioramento dei mezzi: in via Quaranta passano solo la 95 e il tram 24.
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