I musicisti in borghese per protesta

Serata infiammata dalle polemiche quella di ieri alla Scala di Milano dove buona parte di coro e orchestra si è esibita in borghese come forma di protesta contro la legge Bondi che riforma le fondazioni lirico-sinfoniche.
«Dopo le 19 - ha detto Giancarlo Albori, della Cgil - la direzione ha comunicato che questa sarà (ieri sera per chi legge) considerata una giornata di sciopero e noi consideriamo questo un atto ricattatorio, irresponsabile e non degno di una dirigenza che si chiami tale».
Approvata la legge sugli enti lirico-sinfonici, il sovrintendente della Scala Stephane Lissner torna a chiedere che sia fatto velocemente il regolamento che darà più autonomia al teatro e sottolinea che l’Italia ha il «dovere» di sostenere la cultura. Parlando del decreto Bondi (convertito in legge), Lissner in passato aveva più volte detto che non riguardava la Scala, dato che si trattava di «disposizioni urgenti per salvare istituzioni in crisi».
Ma nell’iter parlamentare il testo è stato modificato.

«Siamo di fronte a una legge votata democraticamente nei due rami del Parlamento - ha osservato -. Esiste un tempo per i dissensi, le discussioni, i confronti, nello spazio che conduce all’elaborazione di un testo legislativo».

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