I musulmani: «La nostra lista alle Comunali ci sarà»

Il messaggio, vergato con scrittura incerta a pennarello su un cartellone, campeggiava alle spalle delle centinaia di musulmani inginocchiati nel cortile del Teatro Ciak per la preghiera di fine Ramadan: «Grazie cardinale». Le parole dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi sulla necessità di un luogo di culto per i musulmani milanesi sono state «molto apprezzate» dalla comunità islamica cittadina. E ieri un emissario della curia, monsignor Giampiero Alberti, ha consegnato ai responsabili dei centri islamici una lettera di auguri arrivata dall’arcivescovado, e una spedita dal Vaticano. Il direttore del centro di viale Jenner, Abdel Hamid Shaari le stringeva tra le mani soddisfatto. «Sono ormai tanti anni che dialoghiamo, siamo alleati - ha detto - siamo contenti e ringraziamo per gli auguri». L’eventuale costruzione della moschea a Milano resta un tema caldissimo. «Se avessimo avuto una moschea oggi saremmo stati molti di più», assicura Shaari. «Nelle nostre città sono presenti tutte le religioni - dice Hamed, uno dei fedeli - perché non deve essere così anche qui?». Tra Milano e provincia sono sei i centri in cui sono soliti raccogliersi. Ieri erano 800 al ciak con viale Jenner, circa 5mila - secondo i centri islamici - nei centri di via Padova fra le sedi, il campo sportivo della parrocchia e la palestra di via Cambini. Alcune centinaia a Cascina Gobba, altri ancora in via Quaranta, e a Segrate. Meno di 10mila fedeli riuniti in preghiera. Per 100mila militanti in tutta la città.
Secondo il vicesindaco Riccardo De Corato «alla luce anche di queste cifre in discesa - conclude De Corato - e di quanto affermato dal cardinale Tettamanzi, la moschea con tanto di minareto si dimostra inutile e non è pertanto una priorità».
Il cardinale in effetti ha precisato che il suo auspicio sulla realizzazione di un luogo di culto non si riferiva in senso stretto a una moschea in piena regola, con tanto di minareto. Eppure la linea di Tettamanzi è costata alla Curia altre polemiche col mondo politico. Però dalla Conferenza episcopale arriva un sostegno importante al cardinale. «Mi pare che in sulla vicenda della moschea il cardinale Tettamanzi abbia già detto l’essenziale esprimendosi a favore della sua costruzione - ha detto ieri Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone ma soprattutto presidente della commissione Cei per l’evangelizzazione dei popoli e il dialogo fra le Chiese - Non vedo perché in una grande città come Milano non ci possa essere una moschea, non vedo in questo un affronto al radicamento delle radici cristiane o alla nostra fede. Poi pragmaticamente, ma anche con tranquillità, si può discutere il dove e il come». Intanto però i musulmani più oltranzisti vanno avanti anche con l’idea di una lista civica per le elezioni comunali. Manifestando la sua preferenza per il candidato Valerio Onida, Shaari ieri ha ribadito: «Stiamo preparando una lista civica in vista delle comunali, sarà una lista non islamica, ma laica, rivolta a tutti gli immigrati residenti, ma anche a tutti i cittadini italiani che appoggiano le nostre idee».
Un’ipotesi, quella della lista, contro la quale si sono subito schierati il Pdl e la Lega.

«Una lista civica è uno sfregio alla cittadinanza», ha detto l’assessore al Turismo e Identità Alessandro Morelli. «Shaari non si rende conto che la costituzione di una lista sarebbe un autentico autogol politico» ha commentato il vicepresidente del Consiglio comunale Stefano Di Martino.

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