I musulmani scaricano la sinistra: «Tutta discorsi e candidati bolliti»

I musulmani scaricano la sinistra: «Tutta discorsi e candidati bolliti»

I musulmani fanno il tifo per la sinistra? Uno stereotipo superato, a giudicare dalle dichiarazioni di alcuni dei più importanti e ascoltati leader islamici lombardi in vista delle elezioni regionali. La sinistra a parole li difende sempre, certo. Ma è proprio quel «a parole» il problema.
Issam Mujahed, portavoce della moschea di Brescia, ha le idee chiarissime: «Non è vero che dobbiamo votare per forza a sinistra. La sinistra ha deluso i musulmani e gli immigrati - spiega lui che è uno dei rappresentanti di una delle comunità islamiche più grandi d’Italia - a sinistra fanno tanti discorsi, tante belle parole, promesse, ma mai niente di concreto. Il tema dell’immigrazione non è mai stato trattato in modo professionale. Da una parte hanno parlato e basta, dall’altra qualcuno ha parlato male di noi, e anche questo non va bene». Allora? «Allora io voterò per chi mi dà dei servizi, e per chi propone iniziative che vadano nel senso di una integrazione vera e armonica».
Si direbbe che Formigoni è unanimemente stimato: «Lo conosco come una persona molto aperta - dice Mujahed - e mi è sembrato capire molte cose della nostra comunità. Ci sono piaciuti alcuni suoi interventi, poi è una persona che ha fede, e questo lo condividiamo». E Penati? «Non lo conosco, ma voterò chi si impegna a garantire servizi e iniziative per noi».
L’elenco delle richieste è presto fatto, e riguarda soprattutto la sanità, competenza cruciale della Regione: «È necessario che nelle strutture ospedaliere pubbliche siano introdotti mediatori linguistici, che siano ammesse ovunque le visite da parte degli imam, che le diete rispettino, laddove possibile, la nostra dieta nel mese di Radaman». E ancora «che le sepolture possano essere fatte seguendo le nostre regole, e lo stesso per i cimiteri. Qui a Brescia abbiamo la concessione di una parte del cimitero comunale, ma in quanti comuni esiste questa possibilità?».
Sulla stessa linea Mahmoud Asfa, direttore della Casa della Cultura islamica di via Padova, di recente insignito dell’Ambrogino d’oro dal Comune di Milano. Un riconoscimento difeso da esponenti autorevoli del Pdl per il suo impegno a favore del dialogo interreligioso: «Sarò più prudente di Issam nel suo giudizio sui politici - premette - anche perché qui a Milano non amministra la sinistra. Però devo dire che ci sono stati passi avanti, e anche qualcuno indietro». Sulle priorità, Asfa sottoscrive la «piattaforma» politico-elettorale del collega bresciano, ma aggiunge un tema tutto milanese: «La possibilità di avere veri luoghi di culto, basta con i capannoni e i garage». Promosso il governatore uscente, Formigoni: «Lo stimo e lo rispetto molto. Lo seguo da tanto, dal 1989-’90, sono sicuro che ci ascolterà, spero di poterlo incontrare». Giudizio sospeso sullo sfidante: «Penati lo ricordo sindaco di Sesto. Stimo anche lui, ricordo di avergli scritto diverse lettere, le cose poi non si sono concretizzate purtroppo».


Meno diplomatico il giudizio di Abdel Hamid Shaari, direttore dell’Istituto culturale islamico di viale Jenner: «La sinistra candida Penati? Il masochismo non ha fine. Ma come? Ha perso le Provinciali e lo ripresentano? Una volta quelli così politicamente si chiamavano “bolliti”. Evidentemente non possono fare neanche le primarie perché non hanno nessun altro nome da far correre».

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