I no global dedicano una targa ai crimini della «Volante rossa»

Venticinque aprile 1945: la Seconda guerra mondiale finisce e gli italiani possono finalmente costruire un futuro di pace. Ma non tutti. Vendette e regolamenti di conti tra ex partigiani ed ex fascisti andranno avanti almeno fino al '49, con un bilancio di migliaia di vittime (secondo gli storici non meno di 15mila) tra le file di ex gerarchi e semplici iscritti al partito fascista, oltre a circa 150 sacerdoti. Ottobre 2007: i responsabili del centro sociale Panetteria Occupata di via Conte Rosso appongono sulla facciata dello stabile che li ospita una targa commemorativa per i «compagni della Volante Rossa - martiri partigiani» che si ritrovavano nell'ex casa del popolo di Lambrate a pochi passi di distanza. Ma non si trattava di ritrovi tra amici. La Volante Rossa era una banda compatta e ben organizzata composta da ex partigiani comunisti dei Gruppi di Azione Patriottica che durante al guerra avevano combattuto nella zona dell'Ossola. Ufficialmente la loro attività era quella di servizio d'ordine durante scioperi e manifestazioni operaie, ma ben presto i «martiri partigiani» hanno rispolverato i mitra per eliminare i vecchi nemici. Dirigenti industriali, giornalisti, funzionari del neonato Msi e ex iscritti al partito fascista. Le loro vittime accertate sono sette, ma è possibile che siano di più dato che durante il processo del 1951 molti testimoni hanno parlato di cadaveri fatti sparire nei laghi Maggiore e d'Orta oppure negli altiforni della Breda con la complicità di alcuni operai. Il processo si concluse con 27 condanne di cui quattro all'ergastolo. Ma solo un componente della banda, Eligio Trincheri, rimase in carcere fino al 1971 quando il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat gli concesse la grazia. Gli altri tre condannati all'ergastolo, Giulio Paggio, Paolo Finardi e Natale Buratto, si rifugiarono in Cecoslovacchia dove trovarono lavoro grazie al partito comunista locale in accordo con quello italiano. I tre hanno così evitato il carcere e sono riusciti a tornare in Italia da uomini liberi dopo il 26 ottobre 1978 quando l'ex partigiano Sandro Pertini concesse la grazia anche a loro chiudendo definitivamente la questione.
A sessant'anni dalle imprese della Volante rossa e 30 dalla grazia presidenziale, l'atmosfera in via Conte Rosso è serena e conviviale. La Casa del Popolo che la ospitava è stata demolita e al suo posto ora c'è un giardinetto con gli scivoli per i bambini. Per ricordare quei fatti, i ragazzi del centro sociale Panetteria Occupata, che sorge a meno di cento metri dall'area della vecchia Casa del Popolo, hanno avuto l'idea della targa. Molti cittadini non se ne sono neanche accorti e chi l'ha vista liquida l'episodio come «una ragazzata». «Dopotutto - spiega un signore sui 50 anni nato e vissuto in questa zona - bisogna ricordarsi che dopo la guerra la gente era esasperata e quelli della Volante erano osannati da tutti». Secondo Maurizio Cadeo, assessore all'Arredo urbano, «il punto è proprio questo: il consenso popolare all'epoca dei fatti si spiega in quel particolare contesto, ma continuare a sottolineare elementi di divisione e di odio è un comportamento che addolora e scandalizza».

Anche i partigiani «veri», quelli dell'Anpi di via Mascagni, non sapevano niente della targa e ci tengono a sottolineare che «non condividiamo l'iniziativa e non abbiamo niente a che fare con nessuno dei centri sociali milanesi».

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