I nomadi stanno scappando via Torneranno dopo il censimento

Qualcuno partecipa a incontri, qualcun altro resta, molti altri - almeno così dicono - scappano in attesa di tornare. Tra loro c’è chi alza la voce e difende i campi, pregando le istituzioni di attrezzarli e migliorarli, chi dal nomadismo vorrebbe uscire e chiede al Comune alloggi e comodità. Rom a tutto tondo dunque, sempre d’attualità, sempre sulla bocca di tutti i politici in questa strana estate: per il censimento e per gli incendi, per le ispezioni dell’Osce che attirano i riflettori sulla loro condizione, per i loro (scarsi) privilegi e per i tanti soldi spesi e dispersi tra associazioni ed enti vari.
Ieri è andata in onda un’altra puntata di questa lunga telenovela gitana: mentre Alemanno riceveva in Campidoglio la delegazione che ha monitorato gli insediamenti capitolini e il prefetto Carlo Mosca incontrava nella comunità di Sant’Egidio una delegazione composta da 150 persone, Massimo Converso, numero uno dell’Opera Nomadi, lanciava l’allarme: «Abbiamo notizia che alcune centinaia di rom che vivono nei campi abusivi stanno lasciando Roma per paura del censimento. Questi gruppi hanno deciso di allontanarsi dalla capitale e torneranno quando le operazioni saranno finite». E giù un attacco a Maroni, reo di non essersi accontentato dei dati che c’erano già, ovvero quelli a disposizione dei vigili urbani. Non tutti però si sono detti d’accordo con questa lettura, a partire dal centrosinistra. Jean-Léonard Touadì, parlamentare del Pd, ha per esempio sostenuto che «i nomadi anziché diminuire stanno aumentando con un afflusso di molte famiglie da Napoli».
Immediate le repliche, un po’ a uno e un po’ all’altro punto di vista. Sveva Belviso, assessore alle Politiche Sociali, commenta le parole dell’ex pari ruolo alla Sicurezza: «È curioso che l’onorevole Touadi si svegli dal suo letargo e scopra che solo ora a Roma ci siano i nomadi. La Giunta Veltroni li ha ignorati scientificamente e li ha relegati in vere e proprie favelas, puntando su un finto assistenzialismo a danno di una effettiva integrazione». Il consigliere regionale Vladimiro Rinaldi, capogruppo della Lista Storace, parte invece dalle parole di Converso per sostenere che la «fuga degli irregolari registrata in questi giorni è la prova che il senso del provvedimento è stato compreso perfettamente, ovvero che le aree in cui risiedono non sono terra di nessuno e che per rendere più serena e civile la convivenza sia necessario dare un nome e un volto al vicino». Dissacranti, come di consueto, le parole di Mario Borghezio, europarlamentare della Lega: «Sarebbe in verità un’ottima notizia per i cittadini romani» il fatto che molti rom siano andati via.

«Purtroppo torneranno quando il censimento sarà finito. Non occorrono quindi molte spiegazioni ulteriori per comprovare la necessità e l’urgenza del censimento voluto dal ministro Maroni e, non a caso, avversato da tutta la buonisteria in servizio permanente effettivo».

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