Cronache

I "non giornalisti" sfuggiti all'Inquisizione dell'Ordine

Il presidente nazionale denuncia la D'Urso, ma la tv è piena di interviste fatte da personaggi non iscritti all'Albo, da Fabio Volo a Barbara De Rossi a Ilaria Cucchi

Fabio Volo intervista Renzi alla Leopolda
Fabio Volo intervista Renzi alla Leopolda

Quante Barbare D'Urso ci sono in giro? Quante o quanti protagonisti di «giornalismo abusivo» popolano i palinsesti televisivi? Quante autrici e quanti autori di interviste, «un'attività individuata come specifica della professione giornalistica» (parola di Enzo Iacopino, presidente dell'Ordine dei giornalisti), pongono liberamente domande nelle trasmissioni del mattino, del pomeriggio e della notte delle italiche televisioni? Mai più. Questa libertà inaudita deve cessare, ha intimato il primo rappresentante dei giornalisti. «Basta soubrette, ora le denunciamo», ha postato su Facebook in tono vagamente spregiativo. Secondo il vocabolario Treccani, soubrette è termine francese che indica la «servetta brillante in commedia» e, nel linguaggio televisivo, la «prima attrice, ballerina e cantante di uno spettacolo di varietà». Tutte professioni nelle quali la signora D'Urso non risulta essersi cimentata. Ma tant'è, la caccia è iniziata e il già citato autore dell'esposto a carico della conduttrice di Domenica Live presso le procure di Roma e Milano, nonché l'Agcom, il Garante per la protezione dei dati personali e il Comitato media e minori, avrà il suo bel da fare per non agire, come assicura, solo nei suoi confronti. «Barbara D'Urso la capisco benissimo, anch'io in passato sono stata crocifissa dai giornalisti», ha detto ieri Mara Venier, già titolare di Domenica In e bersaglio dell'inquisizione dell'Ordine quando intervistava i politici. Nel caso della D'Urso, invece, il bersaglio è la tv del dolore e la sua intervista a un amico di Elena Ceste.

Tuttavia, un qualche sentore di essersi infilato in un tortuoso labirinto, forse Iacopino comincia ad averlo. «Arrivano già le prime segnalazioni e ci vuole il tempo per verificarle», reclama pazienza. Ma, siate fiduciosi, presto la scure del Gran Custode del Giornalismo si abbatterà su mezza tivù italiana facendo piazza pulita di tutti gli intervistatori abusivi. Che, stando al suo inflessibile metro, non dovrebbero mancare. Che dire, per esempio, di Paola Perego, concorrente proprio della D'Urso sul primo canale Rai con Domenica In? O di Eleonora Daniele, conduttrice sempre sull'ammiraglia pubblica di Storie vere che tutte le mattine indaga tra cronaca nera e delitti di famiglia? E ancora, restando alle Questioni di famiglia, programma appena partito su Raitre, Iacopino riterrà abusiva o no la qualifica di «inviata» attribuita a Ilaria Cucchi (che ha tutta la nostra solidarietà) dagli autori? E a proposito di inviati, è tutto in regola con Fabio Volo che firma reportage dall'Italia e dall'Europa per conto del pubblicista Fabio Fazio? Infine: il tribunale di Iacopino come considererà le interviste privatissime di Barbara De Rossi in Amore criminale, tutti i lunedì su Raitre? Dite che si salvano perché vogliono denunciare il femminicidio? Obiettivo nobilissimo. Tuttavia, se dobbiamo stare ai titoli professionali, sembra di capire che anche da quelle parti non ci siano iscrizioni all'Albo o patentini di garanzia. Insomma, la lista dei non giornalisti che fanno interviste è lunga e potrebbe continuare con altre «soubrette», presentarici, comici vari. Lungi da noi volerli sanzionare, tutt'altro. Chiunque ha diritto alla curiosità e a far domande. Anzi, a volte, l'intermediazione, come si dice con termine di moda, è più efficace quando chi interroga lo fa senza troppe sovrastrutture, come fosse l'uomo della strada. «Tra Barbara D'Urso e l'Ordine dei giornalisti di conio fascistico, mille volte Barbara D'Urso», ha sintetizzato con un tweet la questione Pierluigi Battista.

Cioè, mille volte la veracità e il dilettantismo naif della conduttrice rispetto al puntiglio occhiuto e inquisitorio del glorioso OdG.

Commenti