«I nostri bimbi sono tutti là sotto»

La scuola di Dujiangyan, come tante, non c’è più. Le mamme vagano tra le macerie. Senza speranza

«I nostri bimbi sono tutti là sotto»

Un uomo e una donna si muovono tra le macerie. Lui protegge lei con un ombrello mentre la donna piange e urla: «Il mio bambino è morto». La scuola media di Dujiangyan, nel Sichuan, non c'è più. Il terremoto che si è abbattuto due giorni fa sulla provincia sud-occidentale cinese l'ha distrutta. Sotto le sue macerie, novecento bambini sono rimasti uccisi. «Non c'è più alcuna speranza - dice Lu Zhiqing, una soccorritrice - è impossibile che qualcuno di loro sia rimasto vivo là sotto». Le squadre di soccorritori e i militari dell'Esercito popolare di liberazione continuano a scavare tra le macerie, ma nessuno crede che questo servirà a salvare i piccoli: i corpi estratti per ora sono circa sessanta. Della struttura non è rimasto più nulla. I soldati cercano di tenere lontane le persone dal luogo della tragedia: ci sono state altre scosse di assestamento e l'area non è ancora sicura. Uomini e donne aspettano notizie raggruppati nei pressi della scuola: a loro è rimasto solo quello che indossano e una speranza che assomiglia sempre più a un’illusione. Nella tragedia del Sichuan il destino delle scuole e dei loro alunni è il capitolo più doloroso.
La scena è la stessa a Mianyang, nella contea di Beichuan, a circa 160 chilometri dall'epicentro del terremoto. Mille persone tra studenti e insegnanti sono rimaste sepolte sotto le macerie. Le scosse di ieri, riferisce l'agenzia «Nuova Cina», hanno provocato il crollo di uno dei tre edifici che costituiscono l'istituto e danneggiato gravemente gli altri due. I corpi di studenti e insegnanti sono rimasti schiacciati anche dallo smottamento delle zolle della montagna vicina. «Abbiamo bisogno soprattutto di acqua e di cibo - spiega un uomo - per cercare di salvare i feriti più gravi».
Nel sobborgo di Mianzhu sono stati recuperati i corpi di 200 bambini. Dalle macerie non escono solo cadaveri, ma anche qualche sopravvissuto. Viene estratta una bambina: ha perso entrambe le gambe. Ma è ancora viva. In una scuola di Chongqing, area metropolitana di 30 milioni di abitanti, cinque bambini sono rimasti uccisi mentre si trovavano in classe e oltre cento sono rimasti feriti. Nel Guizhou e nello Shaanxi, molti alunni delle scuole elementari e medie sono rimasti schiacciati nella calca dai loro coetanei mentre cercavano di fuggire da scuola.

La peggiore catastrofe degli ultimi trentadue anni ha colpito una delle zone più povere della Cina. Il sud-ovest del Paese è una regione prevalentemente agricola. Intere contee non esistono più e il terremoto fa sentire ancora i suoi strascichi. Le scuole crollate sono diventate le tombe dei figli del Sichuan.

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