I nostri diplomatici lasciano Damasco «Rischi troppo alti»

L’Italia sospende l’attività dell’ambasciata a Damasco e la Farnesina annuncia dell’avvenuto rimpatrio di tutto lo staff. La misura è stata decisa «in considerazione delle gravi condizioni di sicurezza», d’intesa con i principali partner europei. «L’Italia continuerà a sostenere il popolo siriano e a lavorare per una soluzione pacifica della crisi, che ne garantisca i diritti fondamentali e le legittime aspirazioni democratiche - si legge in una nota ufficiale -. Sosteniamo pienamente gli sforzi dell’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba, Kofi Annan, per ottenere uno stop immediato alla violenza e per consentire l’accesso degli operatori umanitari e l’avvio del dialogo politico».
Nel Paese si continua però a combattere. Le forze di sicurezza siriane hanno ripreso il controllo di Idlib, città nella parte nordoccidentale del Paese, dopo violenti scontri con le milizie anti-regime. Fonti vicine all’opposizione riferiscono di sacche di resistenza ancora attive in diverse aree della provincia, tra cui i distretti di Dubair e Bustan Ghanoum.

Oggi l’organizzazione in difesa dei diritti umani Amnesty International ha pubblicato un rapporto, nel quale si denuncia il ricorso sistematico alla tortura nei centri di detenzione, anche contro minori, «un sistema di detenzione e di interrogatori che, un anno dopo l’inizio delle proteste, punta a terrorizzare le vittime, costringendole al silenzio».

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