I nostri medici? Prendiamoci cura di controllarli

(...) occupando i giudici. E senza mettere in discussione la sanità lombarda non si può negare che qualcosa, nel sistema, non ha funzionato. Cioè i controlli. Chi va in una clinica privata convenzionata con la sanità pubblica non può, non deve avere il timore, la paura, il terrore che qualche segaossa lo voglia operare semplicemente per guadagnare di più. Non so quante altre cliniche verranno chiuse. A sentire le voci di corridoio - e di corsia - c'è da mettersi le mani nei capelli. Perfino Formigoni teme altre vicende simili. Speriamo invece che siano voci incontrollate e sbagliate. Un caso, il caso della Santa Rita, basta e avanza. Da anni questa clinica registrava un numero di decessi decisamente superiore alla media lombarda, eppure non è suonato alcun campanello d'allarme. Ora, subito, la Regione e Formigoni devono intervenire per fare in modo che questo non accada più. Mai più. Il malato davanti a un medico, qualsiasi medico, è un uomo fragile e indifeso. Fino a qualche anno fa ci pensava il medico stesso a difenderlo e proteggerlo. Se e quando interviene la magistratura vuol dire che è troppo tardi.

Augurandomi che la moralità e l'etica professionale della stragrande maggioranza dei camici bianchi sia lontana gli anni luce dalla moralità dei medici della clinica degli orrori, ci deve comunque essere un livello intermedio di protezione del malato e questo non può che essere rappresentato dal sistema della sanità pubblica. So che è più facile a dirsi che a farsi. Ma non basta costituirsi parte civile. Dopo. Bisogna intervenire ed evitare. Prima.
rotondosergio@gmail.com

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