"I nuovi azionisti sono benvenuti". Ghizzoni rassicura le Fondazioni

Nuovi soci cinesi per Unicredit? "Chiunque intenda investire nel gruppo è benvenuto e spero che con i risultati attireremo l’interesse di nuovi azionisti ma non ci sono discorsi aperti con nessuno". L’ad Federico Ghizzoni ha confermato l’atteggiamento "amichevole" nei confronti di chiunque indirizzerà risorse verso l’istituto di Piazza Cordusio

Nuovi soci cinesi per Unicredit? «Chiunque intenda investire nel gruppo è benvenuto e spero che con i risultati attireremo l’interesse di nuovi azionisti ma non ci sono discorsi aperti con nessuno». L’ad Federico Ghizzoni ieri ha confermato l’atteggiamento «amichevole» nei confronti di chiunque indirizzerà risorse verso l’istituto di Piazza Cordusio.
Un mood scontato per un grande gruppo internazionale. Meno scontato che l’occasione per comunicarlo sia stata un’inusuale conferenza stampa al termine di un cda ordinario. I consiglieri di Unicredit, infatti, erano stati convocati per essere aggiornati sugli affari correnti, per ratificare la nomina dei tre rappresentanti nel cda Mediobanca e per anticipare l’adozione delle quote rosa nelle controllate (73 seggi su circa 220).
Niente più che routine, ma le ubbie delle Fondazioni azioniste, «veicolate» dal trevigiano De Poli e dal siciliano Puglisi, per l’imminente nuovo aumento di capitale (che potrebbe attestarsi attorno ai 6 miliardi) ha indotto il manager a uscire allo scoperto. «Discuteremo quando il piano industriale sarà pronto, mi rendo conto che una decisione sul capitale è importante ma parleremo con tutti», ha aggiunto Ghizzoni. Le critiche sull’operato, giunte anche dai vertici degli enti, non ne hanno scalfito la determinazione: «A me non è arrivato nessun malumore, il management è compatto».
Insomma, fino ai primi di novembre quando è prevista la presentazione del nuovo business plan («può slittare nell’ipotesi remota di una persistente volatilità sui mercati») non ci dovrebbero essere grandi sommovimenti. Ghizzoni ha, tuttavia, ribadito l’intenzione di continuare a puntare su Turchia e Polonia smentendo indiscrezioni su eventuali dismissioni. «Da questi Paesi non usciremo perché hanno una crescita elevata, la Turchia ha avuto anche un upgrade», ha precisato. Anche sui tagli al personale l’ad si è schermito asserendo che «l’intenzione è fare un piano ambizioso e continuare a crescere».

Posto che la situazione della liquidità è «tranquilla e positiva» restano sul tavolo tutte le opzioni di rafforzamento patrimoniale, incluse la revisione della politica dei dividendi e l’utilizzo di strumenti ibridi come i vecchi cashes.

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