I pacifisti: «Ma che state a fa’?»

Blitz di Lutrario, D’Erme & Co. a largo San Pantaleo. Tra gli identificati anche il figlio del parlamentare Russo Spena

Per dieci minuti hanno rubato la scena all’esercito di volontari (500) e di forze dell’ordine (almeno 200 tra polizia, carabinieri e finanzieri, quasi altrettanti i vigili del fuoco) facendo la loro comparsa in Corso Vittorio, poco prima dell’orario d’inizio previsto per il terzo attacco simulato, quello al bus della linea 64. Un blitz in piena regola per un gruppetto di disobbedienti guidati dai soliti Lutrario e D’Erme che, striscioni («Ma che state a fa’») e bandiere della pace alla mano, passamontagna coi colori dell’arcobaleno calati sul volto, alle 9,48 sono scesi in piazza complicando non poco le operazioni. «L’unico vero strumento di prevenzione contro il terrorismo - dicono - è il ritiro dall’Irak. Questa è un’esercitazione inutile e demagogica». Chissà se la pensa così anche il prefetto di Roma Achille Serra, visto che riguardo all’incursione si è limitato a sottolinearne l’aspetto «provvidenziale». «È stata una variante - ha tagliato corto in conclusione della mattinata - che ci ha aiutati a testare ancora meglio la funzionalità dell’apparato d’emergenza». Scatenando, di fatto, con le sue dichiarazioni l’ira di An in Campidoglio (Sabbatani Schiuma) e alla Provincia (Benvenuti): «Se a protestare fossero stati dei ragazzi di destra - affermano i due esponenti di Alleanza Nazionale - sarebbero stati subito stigmatizzati e puniti». Fra i tre giovani pacifisti fermati e identificati dalla Digos in piazza San Marco vi è anche Giacomo Russo Spena, figlio del parlamentare di Rifondazione Comunista. Secondo Lutrario sarebbe stato «colpito con un manganello e ferito a una spalla e a un piede». Versione smentita dalla polizia che ribadisce: «Quei fermi sono stati effettuati da agenti sprovvisti di casco e manganelli».

Tra i disobbedienti, a prendere la parola è stata anche Simona Panzino, candidata «senza volto» alle primarie per la sinistra. «Vorrei sapere che cosa ne pensa Prodi di questa partecipazione della Panzino - ha detto il ministro Storace - al tentativo di boicottaggio dell’esercitazione. Sperando che prenda provvedimenti».

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