Fra i palazzi nuovi di via Rubattino i rom vanno in piscina. O meglio, approfittano di un laghetto artificiale costruito per abbellire il parco al di sotto di un cavalcavia della tangenziale Est per rinfrescarsi e lavare i panni. Succede quasi sempre di sabato, fra le 15 e le 16. A dispetto dei residenti che in zona prendono il sole, vanno in bicicletta, leggono e fanno giocare i propri bambini. I nomadi sono gli stessi che occupano alcune fabbriche dismesse della zona e una vecchia casa bianca al civico 86 di via Rubattino.
Il laghetto, con tanto di pesciolini rossi e spiaggetta di sabbia, è ormai ridotto a una discarica melmosa. A raccontarlo è uno degli zingari. «Vivo in Italia da 37 anni - dice mentre si asciuga i capelli -. Sono stato a Napoli e Roma prima di arrivare qui. Occupo una vecchia casa con altre persone, tutti cittadini romeni. Veniamo qui per rinfrescarci e lavare i vestiti». Dopo il bucato, i panni vengono stesi al sole, sulla recinzione che separa larea cani dal resto del parco.
Gli abitanti della zona, che già sono costretti a vivere a ridosso delle fabbriche abbandonate, non ne possono più.
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