I Papaboys scendono in campo

I Papaboys scendono in campo

Tornano i Papaboys di Battipaglia, questa volta contro Celentano. «Il Papa è rock», aveva detto in Tv il Molleggiato e loro lo denunciano alla procura della Repubblica di Milano per il reato di offesa alla religione cattolica e al prestigio e all’onore del Sommo Pontefice. «Paragonare il Santo Padre ad una rockstar o ad un genere musicale che il più delle volte rasenta il satanico, vedi Marylin Manson o i Rolling Stones - argomenta Gianluca Barile, presidente dell’Associazione «Benedetto XVI» - è blasfemo. È inconcepibile che la Tv di stato abbia consentito tanta libertà a Celentano. È stata solo un’offesa gratuita nei confronti del Vicario di Cristo». Ipotizzando lo stesso reato, Gianluca Barile aveva già presentato un esposto denuncia contro il quotidiano «Liberazione» di Rifondazione Comunista che il mese scorso aveva titolato in prima pagina «Coppia di fatto» mettendo in sovrapposizione le immagini del Papa e dell’ayatollah Khomeini. Barile ha già incontrato in tre diverse circostanze il pontefice per consegnargli la tessera numero 1 dell’Associazione; per donargli il quadro della Pace che lo raffigura e per omaggiare il Santo Padre della divisa ufficiale del sodalizio che, primo al mondo, porta il suo nome che vanta 4.000 iscritti di una decina di nazionalità. «Noi ci rimettiamo di tasca e otteniamo in cambio la soddisfazione di svolgere una missione importante.

Siamo in contatto con tutto il mondo - dice Barile - e ho ricevuto centinaia di e-mail, moltisdsime anche dalla Liguria, e ho dovuto agire contro il cantante». L’associazione nasce durante il conclave. «Ci siamo riuniti per sostenere Ratzinger Papa e quando è diventato Pontefice ci siamo dati da fare per organizzare in nome suo attività di volontariato».

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