I parchi culturali non ci sono più

I parchi culturali non ci sono più

Stefania Antonetti

«Segui le orme dei grandi artisti che hanno visitato e amato la Liguria nei sette parchi letterari e culturali»: ecco quanto «spunta» sul portale della cultura della Regione, peccato però che la Regione Liguria abbia smesso di finanziare le loro attività, frenando ogni possibilità di sviluppo. Inaugurati su tutto il territorio ligure tra il 1996 e il 2000, non sono parchi come tutti gli altri, con un territorio delimitato e dei confini precisi, ma parchi «virtuali» ugualmente visitabili che ripropongono, attraverso degli itinerari specifici, i luoghi delle terre liguri dove i grandi della cultura mondiale hanno vissuto o semplicemente soggiornato.
Byron, Nietzsche, Hemingway, Andersen, Kandinskij, Wagner nel Tigullio, Calvino, Monet, Boine nella Riviera dei Fiori, Shelley, Virginia Woolf nel Golfo dei Poeti, Caproni tra Genova e la Val Trebbia, Sbarbaro e Lawrence a Savona, Dante, Petrarca e Boccaccio in Val di Magra e Montale nelle sue amate Cinque Terre. Nati per volontà di Paola Profumo, allora assessore alla Cultura e al Turismo, i sette parchi letterari e culturali e (Eugenio Montale, Val di Magra Terra di Luni, Riviera dei Fiori Alpi Marittime, Tigullio, Riviera delle Palme, Giorgio Caproni e Lerici Golfo dei Poeti), beneficiavano fino al 2001 dei contributi regionali - dai 10 ai 20 milioni delle vecchie lire - che insieme al coinvolgimento degli enti locali e delle associazioni culturali liguri consentivano di portare avanti numerose iniziative.
In passato (non troppo remoto) la vita dei parchi è stata infatti animata da percorsi letterali, artistici e storici; da visite guidate in battello accompagnate da piccoli spettacoli musicali o teatrali e da attività di ricerca, convegni e centri di documentazione. Non sono mancate poi le mostre e gli spettacoli teatrali, le pubblicazioni di guide dei luoghi visitati un tempo dagli artisti e ancora oggi ben indicati da visibili segnaletiche. Ma oggi il disinteresse della Regione e in alcuni casi la mancata presentazione di nuovi progetti degli stessi responsabili dei parchi hanno «soffocato» gran parte delle iniziative.
Attualmente i sette parchi pur esistendo ancora (almeno sulla carta) e non avendo più il sostegno regionale, sopravvivono infatti solo attraverso risorse proprie, sponsorizzazioni a livello locale o semplicemente attraverso cooperative, associazioni e fondazioni culturali liguri. Tra le poche iniziative ancora in piedi ci sono le visite guidate ai parchi (su prenotazione) così come la pubblicazione delle guide con gli itinerari letterari e pittorici di ciascun parco, come ad esempio la guida al parco culturale «Giorgio Caproni» che ripercorre i luoghi cari all’artista, alla scoperta di quel paesaggio che si trova, spesso nelle sue poesie, e così ecco Arenzano dove è stato maestro, ecco Genova e la sua città vecchia, la Circonvallazione a Monte, San Martino, Righi e, poi su, nell’entroterra, all’interno delle vallate nascoste, percorrendo la strada statale 45 che porta a Loco e a Rovegno, in Val Trebbia. O le guide che conducono il visitatore a percorrere l’itinerario del parco culturale Val di Magra - Terra di Luni, attraverso i borghi della valle arroccati sulle colline, luoghi cari a Dante Alighieri, Petrarca, Boccaccio, Mary Shelley ma anche a poeti e scrittori del Novecento. Oppure i luoghi dell’estremo ponente ligure dove il pittore Claude Monet visse nel 1884 (Bordighera e Val Nervia) per soli 10 settimane: un periodo sufficiente per «portarsi via» 40 dipinti.


«Il valore culturale di questa iniziativa - spiegano alcuni operatori dei parchi -, è stato e resta tutt’ora molto alto perché in questi luoghi l’arte, la storia e la letteratura hanno il privilegio di fondersi alla bellezza del paesaggio, in una terra antica e ricca di tradizioni come la Liguria. Tale patrimonio dovrebbe essere salvaguardato e arricchito con nuove energie e nuovi progetti e non abbandonato a se stesso».

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