Consultano esperti di comunicazione, si rivolgono alle società di «naming», aprono dibattiti tra gli iscritti. Mancano pochi mesi alle elezioni ma mai come questa volta la scheda elettorale sembra destinata a riservare sorprese e novità a chi si recherà alle urne e spalancherà la classica lenzuolata di simboli e di sigle. Tra i partiti, infatti, è partita una anomala corsa alla ricerca di un nuovo nome. Un fenomeno mai verificatosi in maniera così diffusa visto che a oggi non è affatto sicura la presenza dei simboli del Pdl, dell’Udc, di Fli, dell’Api, dell’Idv e dell’Mpa.
Quest’ultimo anzi ha già deliberato il cambio di pelle e ha deciso di chiamarsi «Partito dei siciliani», in vista delle prossime elezioni regionali, come annunciato dal leader del vecchio Mpa, Giovanni Pistorio. Attivissimo sul fronte della ricerca della nuova denominazione il Pdl. Silvio Berlusconi da tempo ha maturato un giudizio negativo sul nome Popolo della Libertà e sull’ «acronimo che non conquista». Ha accarezzato la tentazione di un ritorno a Forza Italia, una scelta che secondo i sondaggi verrebbe premiata dagli elettori. L’opportunità politica sembra, però, averlo convinto almeno momentaneamente a farlo recedere da questa opzione. In base alle ultime indiscrezioni il cambio di nome avverrà in autunno, probabilmente nel mese di novembre e subito dopo la grande manifestazione annunciata da Daniela Santanchè. Il nuovo nome sarà «Grande Italia», oppure semplicemente «Italia», senza altri aggettivi vicino: una parola che non sarà mai possibile sintetizzare con un acronimo, come succede con il PdL.
Prevista per l’autunno una massiccia campagna pubblicitaria, su tv, radio, giornali e Internet. Udc, Fli e Api dovrebbero invece ritrovarsi sotto le insegne delle nuova «Cosa Bianca» che dovrebbe mascere anch’essa a ottobre. Un contenitore - inizialmente, quando il Terzo Polo sembrava in rampa di lancio, le indicazioni convergevano verso la sigla Partito della Nazione - che dovrebbe attirare ex ministri con velleità politiche e rappresentanti dell’associazionismo cattolico. Così come non manca per l’alleanza possibile tra Pd, Sel e Udc l’ipotesi della costituzione del «Polo della speranza». Antonio Di Pietro, invece, dopo aver ipotizzato un nuovo contenitore nelle scorse settimane, sembra ora fermo sul mantenimento della sua sigla e della sua Italia dei Valori.
I partiti, insomma, si preparano a un autunno di riflessione e di movimento, perlomeno nelle cancellerie dell’Ufficio brevetti e marchi. Sotto la categoria «associazioni e organizzazioni culturali e politiche» molti saranno i simboli che verranno depositati. Alla disperata ricerca di messaggi rassicuranti, slogan sportivi, formule magiche in grado di attirare consensi e ingannare l’antipolitica, sigle in grado di trasmettere un’idea di bene comune e una prospettiva di trasformazione della società.
Riverniciature, lifting o reali battesimi che, al di là dei giudizi di merito, avranno un impatto sull’immaginario dell’elettorato. E serviranno a definire una storia, un messaggio, un destino. Ma soprattutto ad attrarre consenso e a creare un rapporto con l’elettore.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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