Fiumicino (Roma)Un grande bivacco con cinquecento persone a dormire di un sonno agitato dal malumore sotto coperte di fortuna, una cucina provvisoria a distribuire pasti caldi come in un campo profughi, dipendenti della società di gestione e della prefettura a girare come assistenti sociali per accogliere lamentele e richieste, gli agenti della polizia di frontiera a garantire che nessuno facesse sciocchezze. È la notte in cui la protesta dei dipendenti Alitalia ha trasformato laeroporto Leonardo da Vinci in un campeggio senza allegria, anzi ribollente di rabbia e frustrazione. Con un migliaio di persone bloccate a terra dalla cancellazione di voli nazionali e internazionali e con la metà di queste, tra cui cento bambini, a non trovar posto nemmeno dagli alberghi dei dintorni, consegnati a una notte che difficilmente dimenticheranno.
Dopo il lunedì nero delle assemblee dei lavoratori di Az Airport, la società che si occupa dei servizi a terra per i voli della compagnia di bandiera, cè stata la notte dei cinquecento. E poi per tutta la giornata di ieri pesanti strascichi per gli aspiranti passeggeri che hanno affidato la loro vacanza o il ritorno a casa ad Alitalia. Quelli che non erano riusciti a partire hanno dovuto affrontare lunghe code alle biglietterie per cercare di essere «riprotetti», come si dice in gergo, su altri voli. Quelli che sono riusciti a partire hanno pagato un pegno minore, con ritardi in media di 30 minuti. Quello che è accaduto nelle scorse ore a Fiumicino è stato definito con due parole da Renato Brunetta: «Latente follia». Il ministro della Pubblica amministrazione e dellInnovazione auspica la «mano dura» perché «con questi chiari di luna fare scioperi di questo tipo è da irresponsabili». «Le compagnie aeree sono un settore in concorrenza, stanno sul mercato - ha detto Brunetta a Sky Tg24 -. È finita lepoca in cui Alitalia perdeva 2 milioni di euro al giorno. Non è stato licenziato nessuno. Lavoratori della nuova Alitalia, fatevene una ragione: la gente non è più con voi». Ma naturalmente, secondo il portavoce del Pd Andrea Orlando, la situazione venutasi a creare negli aeroporti italiani è il «regalo di Natale di Berlusconi agli italiani».
E in serata un altro strappo.
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