I Pearl Jam con il giocoliere resuscitano il Grande Dittatore

In fondo basta quella sequenza. Certo, ci sono i Pearl Jam che suonano in studio, ci sono le chitarre scrostate e il batterista con la t-shirt con su scritto «Resist», e c’è un Eddie Vedder simile a Jim Morrison che canta «è un suicidio mondiale», un Worldwide suicide. Non c’è speranza, accidenti!, persino l’inquadratura è stretta, ansiogena, la band si mostra attraverso una fessura e il ritmo è sincopato, quasi punk. Ma ci sono quelle sequenze, quelle del giocoliere che maneggia una piccola palla, la mantiene in equilibrio sulla punta delle dita, se la fa scivolare sulle braccia, sul dorso, sul ventre, sfida la legge di gravità. È lui a dare il senso. Ricorda Charlie Chaplin nel Grande Dittatore, che gioca allo stesso modo con la gravità e solleva per aria e maltratta ridendo un mappamondo. Ecco il «worldwide suicide» dei Pearl Jam, il gruppo di Seattle germogliato dal grunge dei Nirvana e fiorito con la lezione di Neil Young che «nell’inferno fatto a mano» si butta a capofitto anche oggi che è quasi nonno.

Insomma per questi quattro guerriglieri il grande dittatore stavolta è Bush e per lui la Terra è una pallina da far scivolare a piacere. Bello il video e pure la canzone, ma più originalità, please.

PEARL JAM - Worldwide suicide (Sony Bmg)

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