I piani di Ferrante «demoliti» dai costruttori

Assimpredil: «Non c’è visione strategica nei suoi programmi» Critiche sulle grandi opere da Verdi, Rifondazione e Pdci

(...)inondano di fax le redazioni di cronaca: comunicati di guerra contro ogni dichiarazione dell’aspirante candidato sindaco dell’Unione. «Chiediamo a Ferrante di essere coerente con le linee guida del programma, che prevedono di ridiscutere grandi progetti come Fiera e Garibaldi-Repubblica» impone Carlo Monguzzi (Verdi). «La contrarietà a quei progetti così come sono stati approvati è la sostanza del programma» aggiunge Carlo Rutigliano (Prc): «Questa intenzione appare stravolta dalle dichiarazioni di Ferrante, così come il concetto di procedere in un cammino che non sia di assoluta discontinuità con le giunte precedenti». Aggiunta del capolista alle comunali di Rifondazione indisponibile ad accettare come sostenuto dal suo aspirante sindaco che «è assurdo fermare i grandi progetti della giunta Albertini».
Valutazione di troppo dell’ex prefetto che giudica positivamente gli interventi dell’amministrazione comunale uscente, «è impensabile» urla Monguzzi «che la futura giunta guidata da Ferrante e dall’Unione non possa dire la sua, rimettendo mano a progetto così rilevanti per il futuro della città». E se non fosse chiaro, Monguzzi, declina i virgolettati con una equazione: «Aria pulita uguale meno traffico e meno cemento». Allineati e coperti anche i Comunisti italiani che, con una nota stampa, avvertono Ferrante dell’opportunità «di avviare un confronto al tavolo dell’Unione prima possibile» e ritengono «inopportuno riunire altri tavoli che non vedano la partecipazione complessiva di tutte le liste a sostegno della candidatura Ferrante».
A difendere l’aspirante sindaco non restano che i Ds: «Le parole di Ferrante sulle grandi opere e sulla necessità di avere grande coraggio nel governo della città è un tratto irrinunciabile dell’azione del centrosinistra e un punto di partenza per cambiare radicalmente una città in cui è mancato in questi anni il coraggio e la capacità di osare» sostiene Pierfrancesco Majorino. Tentativo di difesa che il segretario cittadino della Quercia fa evitando, naturalmente, di ribadire quel «sì» alle grandi opere di Albertini e puntando sul solito ritornello, «bisogna avere grande coraggio nel futuro di Milano», che Ferrante utilizza in ogni occasione utile.
Ma nonostante Majorino il risultato non cambia: la coalizione boccia il suo aspirante sindaco e lo fa nelle due settimane di campagna elettorale. «Uno scontro che Milano potrebbe pagare caro se questa sinistra andasse al governo. Uno scontro che nasce da divergenze profonde, dalla mancanza di chiarezza e di un programma comune e condiviso» commenta il vicesindaco uscente Riccardo De Corato. E così resta senza risposta del centrosinistra anche quella proposta Assimpredil di «affitti a 450 euro al mese per appartamenti da 75 metri quadrati, da destinare al mercato delle fasce medie basse».

Ferrante non può nemmeno garantire un impegno a favore di alloggi da destinare all’affitto a canone sostenibile. Lui è messo sotto tutela dalla sua coalizione. Che può proporre? Be’, tavoli, tavoli e, ancora, tavoli. Come quando era inquilino della Prefettura.

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