I precedenti Sputi e insulti alla Moratti e a Formigoni

È soprattutto negli ultimi anni che la celebrazione della Liberazione dal nazifascismo, il 25 aprile, è diventata occasione di scontro. Sia politico che verbale, con accuse, sputi e insulti, sia fisico che di piazza, con tafferugli tra autonomi e gruppi di destra. A far esplodere la tensione, spesso, il tentativo delle forze politiche di centrodestra di rendere la festa una celebrazione nazionale, non solo «di parte». Tentativo mal visto dalla sinistra. L’anno scorso, ad esempio, la scelta di Silvio Berlusconi di presenziare alla celebrazione ad Onna, teatro del terremoto abruzzese, fu bollata da Antonio Di Pietro come «passerella» e atto di «paraculismo». Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, invece, è stato costretto ad evitare la manifestazione di Porta San Paolo per «non turbare il clima». Stessa scelta del sindaco milanese Letizia Moratti, che per due anni ha evitato il 25 aprile dopo che nel 2006 era stata fischiata e insultata dagli autonomi mentre accompagnava in carrozzina il padre Paolo, deportato a Dachau. Fischi anche per il governatore lombardo Roberto Formigoni, che nel 2009 era stato pesantemente offeso durante il suo intervento a Milano.

«Libero fischio in libero Stato», fu il commento del segretario di Rifondazione Paolo Ferrero. Sempre nel 2009, il 25 aprile si registrarono atti di vandalismo nelle sedi veneziane della Lega Nord e assalti contro i gazebo del candidato sindaco del Pdl a Firenze, Giovanni Galli.

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