I preti: no ai reality viva SuperQuark

Fabio Santini

da Milano

Non perdono una puntata di SuperQuark. Seguono il Tg1 e il Tg5, perché, affermano, «ci piace confrontare la realtà da due punti di vista differenti». Amano lo sport in genere ma soprattutto la Formula 1. Detestano i reality show e i programmi spazzatura. E, incredibile ma vero, snobbano quelli religiosi. Questo dettaglio fa davvero scalpore, perché a decretare la classifica di gradimento tv sono i parroci italiani. Sotto la supervisione dello psicoantropologo Massimo Cicogna, un campione di cinquanta preti di tutt’Italia ha espresso un parere sull’uso dei programmi televisivi. E così, i nostri «don» dopo aver scomunicato le discutibili provocazioni di Madonna che oggi si esibisce a Roma, scendono in campo contro le trasmissioni di varietà e quelle del neo-intrattenimento.
I sacerdoti detestano i reality e la cosiddetta tv trash. Il giudizio di don Antonio, parroco dell’Immacolata Concezione di Portici non ammette repliche: «Non mi piacciono i quiz e quelle trasmissioni vuote e a volte fuorvianti che danno una sbagliata percezione di come va il mondo». Sono invece i tg, le trasmissioni scientifiche o dai contenuti socialmente utili a destare il maggior interesse. Dice don Italo, dell’Assunzione di Maria di Roma: «Seguo solo i programmi di approfondimento che stimo molto per contenuti e tematiche». Il Tg1 raccoglie il 29 per cento del gradimento seguito da SuperQuark con il 24 e l’automobilismo con il 20.
Subito dopo, si piazza Porta a porta con il 19 per cento, mentre Bruno Vespa ottiene il massimo del gradimento come personaggio del video: il 27, seguito dallo stesso Piero Angela, con il 20. Molto seguito Primo piano, al 12. Mentre i conduttori di Ballarò e di Chi l’ha visto?, Giovanni Floris e Federica Sciarelli sono rispettivamente al 19 e al 13 per cento. I film non intrigano più di tanto: sono al 9 per cento, a causa dello scarso spessore della programmazione offerta. Inoltre, molti parroci dichiarano che preferiscono seguirli in dvd che trascorrere una serata in cui devi accettare le interruzioni pubblicitarie. Inaspettato il fanalino di coda: al 7 per cento si piazzano i programmi religiosi e dello spirito. In genere, presi dagli impegni spirituali, sono loro stessi ad affermarlo, i parroci non possono seguire la tv che per una-due ore al giorno.

Il punto di massima concentrazione al video si registra all’ora di pranzo, 35 per cento. In prima serata, si tocca il 28 per cento, al mattino un significativo 23. La sera tardi, si sa, è il tempo della meditazione e della preghiera. Così il rapporto tra parroci e tv è a uno striminzito 8 per cento.

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