I PROBLEMI DELLA GIUSTIZIA

Il ministero della Giustizia: «Nessuno spreco, il bonus serve come rimborso spese»

da Milano

I magistrati saranno strapagati per andare dove nessuno vuole indossare la toga. Riceveranno quasi 2.500 euro in più al mese per raggiungere Gela e Caltanissetta, nel profondo sud, ma anche Alba, la capitale del tartufo, o la laguna veneziana. Il governo, alle prese con la coperta bucherellata degli organici, ci prova con i soldi. Tanti soldi: 4 milioni 500mila euro previsti da un decreto legge in dirittura d’arrivo.
Un tempo per tappare i buchi nell’apparato giudiziario si ricorreva ai giudici di prima nomina, i cosiddetti uditori. Erano loro a rattoppare gli organici nelle sedi disagiate, specialmente le procure del sud più a sud. Oggi, con le nuove leggi non è più possibile, e i vuoti si fanno impressionanti: 3 su 5 alla procura di Gela e 7 su 16 a Caltanissetta in Sicilia; ma poi, come tempestivamente denunciato dal Csm, 11 su 33, un terzo del totale, alla corte d’appello di Venezia e 2 su 4, la metà tonda, sulle colline di Alba, care a Fenoglio.
Che fare? Il governo ha deciso di giocare la carta più allettante: quella degli aiuti economici per invogliare le toghe sulle strade abbandonate di queste città. Chi andrà nelle sedi deserte al nord come al sud, riceverà un bonus mensile di poco inferiore ai 2.500 euro netti, per un massimo di 4 anni. Non solo: raddoppierà i punti di anzianità, due anziché uno, per un massimo di sei anni. In questo modo il governo spera di tamponare l’emergenza degli ultimi mesi e di coprire circa cento posti - per questo sono stati stanziati 4 milioni e 500mila euro - dalle Alpi alla Sicilia.
Il decreto legge sarà discusso in Consiglio dei ministri domani. Poi si entrerà nel vivo: verranno calcolate le scoperture di tutti gli uffici italiani, paragonandole alla media nazionale, che in questo momento è intorno al 9%. Quindi per tutte le sedi al di sopra di questo numero scatteranno i bandi del Csm. Se, com’è prevedibile, i concorsi faranno flop si ricorrerà all’arruolamento a caro prezzo. I magistrati verranno superstipendiati per evitare il collasso in molte città.
In teoria la mappa geografica della penisola è un tappeto di bollini rossi: persino una città tranquilla come Bergamo con 4 scoperture su 39 posti supera l’asticella della media nazionale. Ma è chiaro che le risorse non sono illimitate e si procederà dando la priorità alle situazioni più disastrate fino all’esaurimento dei cento posti disponibili.
Non basta, al ministero della Giustizia hanno pensato anche all’ipotesi peggiore, il fallimento del bonus; in quel caso si ricorrerà ai trasferimenti d’ufficio: formula elegante per una scossa senza precedenti. Chi è incollato alla stessa poltrona da più di dieci anni sarà «costretto» a cambiare scrivania.
«L’obiettivo - spiega il sottosegretario Giacomo Caliendo - è quello di convincere i magistrati ad andare dove pochi vanno». A via Arenula sono ottimisti anche se i tecnici del ministero fanno un ragionamento terra terra e ridimensionano la portata del decreto: 2500 euro in più al mese possono sembrare tanti ma in sostanza sono un rimborso spese, sia pure robusto, per chi decide di scombussolare la propria vita e accettare la sfida.
Un milanese che va al sud deve affittare un appartamento e prevedere per non tagliare i ponti con la propria città d’origine, un pacchetto di spostamenti aerei nel corso dell’anno. «Il denaro - nota Stefano Aprile, della segreteria di Caliendo - gli servirà per mantenere gli standard precedenti, non certo per conquistare un nuovo benessere».
In ogni caso il provvedimento dovrebbe servire anche a ridistribuire energie ed esperienze nel Paese, trasferendole dal centro alla periferia: il decreto esclude infatti dalle «liste di mobilità» i magistrati con meno di 4 anni di anzianità.

«Non vogliamo i giovani» è lo slogan in controtendenza lontano, lontanissimo dall’epopea dei giudici ragazzini di qualche anno fa. Per una volta, una almeno, Csm e guardasigilli sembrano marciare nella stessa direzione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica