I processi ripartono. Ma sono destinati a cadere
14 Gennaio 2011 - 10:10Le conseguenze per Berlusconi. I collegi giudicanti sono cambiati e si deve ricominciare da zero E incombe la prescrizione
Milano È andata a finire come i giudici di Milano prevedevano che finisse: una vittoria non pienissima, ma che comunque permette la ripartenza dei processi a carico di Silvio Berlusconi. Ovvero, «una decisione di grande equilibrio come era lecito attendersi dalla Corte Costituzionale », secondo la sintesi di Alfredo Robledo, procuratore aggiunto, che delle inchieste a carico del premier è stato uno dei protagonisti. Ma la stessa Procura che oggi incassa con soddisfazione la decisione della Consulta è pienamente consapevole che la strada per arrivare alle sentenze a carico del Cavaliere è ancora lunga e accidentata: tanto da rendere del tutto verosimile che a quelle sentenze, in realtà, non si arrivi mai. Tanto per cominciare, la ripartenza dei tre processi attualmente congelati non sarà affatto immediata. Perché la macchina giudiziaria si possa effettivamente mettere in moto, non basta la lettura del dispositivo avvenuta ieri da parte del presidente della Corte, Ugo De Siervo. Serve anche che la sentenza venga pubblicata per esteso sulla Gazzetta Ufficiale. E i tempi, tra stesura e stampa, in genere non sono stretti. Nel caso assai simile del «lodo Alfano », bocciato dalla Consulta nell’ottobre 2009, la prima udienza si riuscì a tenere solo quaranta giorni dopo. E stavolta le cose saranno ancora più complicate. Sul tavolo di Livia Pomodoro, presidente del tribunale milanese, ci sono infatti una serie di scelte non facili. Dopo la pubblicazione della sentenza della Corte Costituzionale, a fissare le nuove udienze saranno i giudici che stavano processando il premier e che avevano impugnato davanti alla Consulta la norma sul legittimo impedimento. Il problema è che nel frattempo la maggioranza dei giudici hanno cambiato posto, su loro stessa richiesta. Il processo per la vicenda dei diritti tv, che vede Berlusconi imputato di falso in bilancio e appropriazione indebita, ha perso l’intero collegio giudicante:il presidente Edoardo d’Avossa se n’è andato a La Spezia, la giudice a latere Maria Teresa Guadagnino ad un’altra sezione, la sua collega Irene Lupo al tribunale fallimentare. Il processo per la corruzione dell’avvocato Mills è rimasto senza la presidente, Francesca Vitale, andata in Corte d’appello. L’udienza preliminare per l'inchiesta Mediatrade non ha più il suo giudice, Marina Zelante, anche lei trasferita. E adesso? Alcuni dei magistrati potrebbero chiedere di restare al vecchio posto solo per concludere il lavoro e iniziato.Ma per due di loro,d’Avossa e la Vitale, è improbabile che questo possa accadere. Quindi tutto riparte dall’inizio, a meno che i difensori degli imputati non diano il consenso a tenere per buoni gli atti già compiuti. Ipotesi assai improbabile, e anzi i legali di Fedele Confalonieri - coimputato del premier nel caso dei diritti tv - hanno già fatto sapere che non ci pensano nemmeno. Quindi i processi si azzerano, si riparte dall’inizio, e la prospettiva più probabile è che tutto sia dichiarato prescritto con la sentenza di primo grado. Ma non sarà un percorso indolore. Perché comunque la macchina delle udienze dovrà rimettersi in moto, e prima di arrendersi allo scorrere del tempo la Procura intende battersi giorno per giorno. D’altronde la sentenza della Corte assegna proprio ai giudici il compito di valutare caso per caso se gli impegni governativi dell’imputato Berlusconi costituiranno impedimento legittimo o pretesto per tirare tardi: e ogni volta questo, come accadeva in passato, darà vita ad eccezioni, camere di consiglio, ricorsi.
Fabio De Pasquale,il pm che rappresenta l’accusa in tutti e tre i processi al premier, sta già scaldando i muscoli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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