"I proprietari di casa tassati due volte: su reddito e valore"

Il presidente di Confedilizia, Carlo Sforza Fogliani boccia senza riserve la riforma del catasto annunciata dal governo

"I proprietari di casa tassati due volte: su reddito e valore"

Milano «È una patrimoniale mascherata. E per­manente ». Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, boccia senza riserve la riforma del catasto annunciata dal governo.

Avvocato,che cosa non la convince nell’im­pianto della riforma?
«Il fatto che si passerà da un sistema basato sul reddito prodotto dall’immobile a un altro commisurato al valore. Così non va, si tratta di un meccanismo iniquo».

Il motivo?
«Ricordo che già l’allora ministro delle Finan­ze, Vincenzo Visco, aveva cercato di riformare il catasto spostando la tassazio­ne sul versante patrimoniale. La proposta naufragò per una ragione semplice: in Italia si tassa il reddito per evitare il ri­s­chio che un proprietario deb­ba pagare un’imposta superio­re al reddito dell’immobile stesso».

Mi faccia un esempio .
«Immagini un appartamen­to di grande pregio, nel cuore di una grande città. Il valore è ovviamente elevato, ma se il proprietario non riesce ad affit­tarlo, non c’è rendita».

Però ci sono evidenti spere­quazioni: una casa del­l’ 800, in pieno centro stori­co, è accatastata come «po­polare », mentre un appar­tamento in periferia può an­che essere classificato come «signorile»...
«Questa è un problema di classamento, cui si può facilmente ovviare applicando la legge cata­stale attuale. Non serve tassare in via permanen­te le unità immobiliare per quel che valgono. La scelta fondamentale è sempre una, e una sola: va tassato il reddito o il valore? Il governo è su quest’ultima strada, pur in una situazione di mercato nella quale non vi è coerenza tra reddi­to e valore delle singole case».

Qual è il rischio?

«Il rischio è che si pongano surrettiziamente le basi per una patrimoniale, per così dire, delle famiglie.Il timore è che si avalli l’incivile princi­pio che un immobile venga colpito oltre il reddi­to che produce».



Il governo sembra comunque garantire che non ci saranno aggravi di imposta, perché la riforma sarà bilanciata da aliquote più basse.

«E io le rispondo: quale riforma non porta con sé anche un aumento di gettito? Nel documen­to ufficiale, comunque, di questo impegno ad adottare aliquote meno gravose non c’è trac­cia ».

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