Milano «È una patrimoniale mascherata. E permanente ». Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, boccia senza riserve la riforma del catasto annunciata dal governo.
Avvocato,che cosa non la convince nell’impianto della riforma?
«Il fatto che si passerà da un sistema basato sul reddito prodotto dall’immobile a un altro commisurato al valore. Così non va, si tratta di un meccanismo iniquo».
Il motivo?
«Ricordo che già l’allora ministro delle Finanze, Vincenzo Visco, aveva cercato di riformare il catasto spostando la tassazione sul versante patrimoniale. La proposta naufragò per una ragione semplice: in Italia si tassa il reddito per evitare il rischio che un proprietario debba pagare un’imposta superiore al reddito dell’immobile stesso».
Mi faccia un esempio .
«Immagini un appartamento di grande pregio, nel cuore di una grande città. Il valore è ovviamente elevato, ma se il proprietario non riesce ad affittarlo, non c’è rendita».
Però ci sono evidenti sperequazioni: una casa dell’ 800, in pieno centro storico, è accatastata come «popolare », mentre un appartamento in periferia può anche essere classificato come «signorile»...
«Questa è un problema di classamento, cui si può facilmente ovviare applicando la legge catastale attuale. Non serve tassare in via permanente le unità immobiliare per quel che valgono. La scelta fondamentale è sempre una, e una sola: va tassato il reddito o il valore? Il governo è su quest’ultima strada, pur in una situazione di mercato nella quale non vi è coerenza tra reddito e valore delle singole case».
Qual è il rischio?
«Il rischio è che si pongano surrettiziamente le basi per una patrimoniale, per così dire, delle famiglie.Il timore è che si avalli l’incivile principio che un immobile venga colpito oltre il reddito che produce».
Il governo sembra comunque garantire che non ci saranno aggravi di imposta, perché la riforma sarà bilanciata da aliquote più basse.
«E io le rispondo: quale riforma non porta con sé anche un aumento di gettito? Nel documento ufficiale, comunque, di questo impegno ad adottare aliquote meno gravose non c’è traccia ».
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