Cultura e Spettacoli

"I racconti della Kolyma", l’irriducibilità dell’io

Condannato a sopravvivere ai gulag per raccontare la vastità dell’ingiustizia e l’invincibile forza che convivono misteriosamente nel cuore di ogni uomo

«I racconti della Kolyma» è il manifesto dell’irriducibilità dell’io. Ogni volta che si sente parlare di oppressione nel mondo, che il capo si infuria, che il collega rompe, che le cose non vanno tanto bene con chi volete voi, bisognerebbe aprire una pagina a caso della «Kolyma». Non nel modo sciocco e cinico di chi si consola pensando che «ad altri è andata peggio». Niente affatto, signora mia, qui non si trova consolazione a buon mercato. Queste pagine sono la documentazione che l’uomo ha in sé un principio irriducibile. La grandezza di ogni cuore che batte non può essere ridotta dalla peggiore delle condizioni esterne né dalla crudeltà più efferata di chi ti è vicino, e non si può dare la colpa di nulla al destino cinico e baro. Il Kolyma è un fiume che scorre nella Siberia nordorientale (scorre è un modo di dire, è ghiacciato nove mesi all’anno) e dà il nome a una regione che definire inospitale è un ridicolo eufemismo. Là il regime comunista sovietico aprì uno dei gulag più sanguinari, e là visse per 17 anni spaccando il permafrost e scavando le miniere Varlam Šalamov. I suoi «Racconti» non hanno nulla di ideologico, non denunciano il sistema, non avevano lo scopo di cancellare il comunismo. Hanno titoli semplici, da cui non trasuda l’orrore che descrivono: I falegnami, Pioggia, Rancio secco, La cravatta, eccetera. La scrittura è asciutta, non cerca lacrime. Il male è banale e quotidiano. Il lavoro a 40 gradi sottozero, i kapò che hanno l’ordine di eseguire gli obiettivi fissati dai piani quinquennali di Stalin, le celle di rigore scavate nella roccia gelata. Šalamov ne è uscito, a differenza di altri milioni di condannati. Lui era condannato a vivere per raccontare la vastità dell’ingiustizia, e assieme a essa l’invincibile forza, che convivono misteriosamente nel cuore di ogni uomo, di ogni tempo, a ogni latitudine.

Varlam Šalamov
I racconti della Kolyma
Gli Adelphi, terza edizione 2001
(stefano.

filippi@ilgiornale.it)  

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