Tre nomi fra tutti: «Sadler», «Aimo e Nadia» e «La veranda» dellhotel Four Seasons. Tre istituzioni che promettono, per lultimo dellanno, più che una cena, unesperienza sensoriale. E non cè da dubitarne a dare unocchiata ai menu. Claudio Sadler, due stelle Michelin, fondatore dellassociazione Giovani ristoratori dEuropa, propone otto portate: dal salamino di fois gras con pan brioche allinsalata calda di astice con spaghettini al limone, dai garganelli al ragù di lenticchie e cotechino al mandarino in tre temperature: «La mia proposta si lega alla tradizione - spiega lo chef - e allo stesso tempo la innova. Cotechino e lenticche diventano un ragù per il primo, ad esempio. I cappelletti non sono di carne ma di carciofi, e il mandarino, un classico invernale, diventa un delicato pre-dessert in tre consistenze diverse». Anche Aimo e Nadia si collocano fra la tradizione e la più raffinata ricerca. Spiega Stefania Moroni, figlia e collaboratrice dei due chef: «Proponiamo una salama con lenticchie come stuzzichino, perché porta bene ed è tradizione. Ma il resto dei piatti è studiato per la serata: la pasta di Gragnano ci viene appositamente spedita prima dellessiccazione, il cappone consueto è rivisitato con la farcia al tartufo, e al posto del panettone, che serviamo di solito la Vigilia di Natale, cè una delicata crema di mandorle».
Il menu messo a punto da Sergio Mei, executive chef dellhotel Four Seasons, è infine legato alla sontuosa cucina internazionale: ravioli ai carciofi con mozzarella di bufala e guazzetto dostriche, aragosta con zucca, peperoni e finocchietto selvatico, medaglioni di vitello in crosta di parmigiano con tartufo nero di Norcia e salsa allo Champagne.