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I rating di Moody’s, Fitch e S&P nel mirino dell’Esma

Moody’s, Fitch e Standard & Poor’s finiscono sotto la lente dell’Esma. L’Authority europea per i mercati ha aperto un’indagine, che dovrebbe concludersi entro l’anno, per determinare se i criteri adottati dalle tre principali agenzie di rating per la valutazione delle banche siano stati sufficientemente «rigorosi e trasparenti». Il faro dell’Esma si è acceso dopo i declassamenti di massa che lo scorso anno hanno riguardato praticamente tutte le principali banche europee e americane. «Il rating delle banche è molto importante perchè interagisce con i rating sovrani e i titoli di Stato», spiega il presidente dell’Autorità europea, Steven Maijoor. E ora il regolatore indagherà per verificare se Moodys, Fitch e Standard & Poor’s avessero «sufficienti risorse analitiche ed esperienza» per assumere quelle decisioni. «Un cambio in blocco del rating non può essere una scusa - afferma Maijoor al Financial Times - per prendere le decisioni in meno tempo. È importante che ciascun rating abbia lo stesso livello di attenzione nei dettagli e nelle analisi». A stretto giro arriva la replica di Standard & Poor’s: «Siamo orgogliosi dei nostri rating bancari in Europa come indicatori del rischio di insolvenza e saremo lieti di spiegare all’Esma i passi fatti per massimizzarne la qualità, la trasparenza e la coerenza». In realtà, le agenzie di rating sono da tempo nel mirino delle critiche: addirittura la Procura di Trani ha aperto un’inchiesta.
Sotto osservazione è finita, soprattutto, Standard & Poor’s, indagata per manipolazione del mercato dopo che a gennaio scorso ha declassato l’Italia di due gradini (da A a BBB+) esprimendo giudizi negativi anche sulle banche.

Tra le carte dei magistrati è finita una mail agli autori del report da parte del responsabile per le banche di S&P, Renato Panichi, che contestava loro di aver espresso giudizi contrari alla realtà sia sul debito sovrano sia sul nostro sistema bancario.

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