I registi: attrici inespressive per colpa del botox

Passano la vita a cercare di essere uniche, investono anni di studio alla Lee Strasberg per imparare a rendere bene le emozioni, rincorrono l’espressione migliore per tutta la durata di un copione, si esercitano a suonare vere vivendo nelle vite che devono interpretare. Poi un giorno, si svegliano, si guardano allo specchio e si trovano improvvisamente vecchie o quanto meno imperfette. E per spianare gli anni, spianano quelle stesse emozioni che cercano di esprimere (per dovere, se non altro) da tutta la vita. Spianano le unicità e spianano anche il loro «mestiere». Perché un volto omologato, «paralizzato», trasfigurato dall’eccesso di botox, è un volto che non è più in grado di raccontare nulla. Se ne sono accorti anche i registi e i produttori cinematografici, per primi quelli americani preoccupantemente circondati da illustri vittime delle punturine ferma età. Ve la immaginate Merryl Streep con una sola espressione fare Kramer contro Kramer, La scelta di Sophie, La donna del tenente francese, I ponti di Madison County... e tutto ciò che quel mostro di bravura ha fatto nel corso della sua carriera? Perché i registi e i produttori dovrebbero affannarsi e pagare milioni per accaparrarsi chi riesce ad esprimere solo un’emozione alla volta, ben che vada? Il botox altera il borsino di Hollywwod, questa è la realtà.
E a Hollywood il volto simbolo del botulino è l’algida Nicole Kidman, sempre più algida da quando ha scoperto il rimedio chimico. Sembra che l’ex moglie di Tom Cruise abbia anche smesso di essere tanto richiesta come attrice vista l’innaturale inespressività che ha imposto al suo altero volto. Malgrado la rossa australiana si ostini a sostenere «nessun artificio, è tutto naturale». Tra le vittime del prodotto anche alcuni uomini, come l’appesantito Sylvester Stallone e Mickey Rourke (irriconoscibile per colpa del botox e della vita nel commovente, premiatissimo The Wrestler). In America si organizzano addirittura botox party: feste in cui le signore abbienti invitano le amiche e offrono loro, assieme a champagne e tartine, una seduta col chirurgo e una «porzione» di anti-tempo. Recentemente, poi, una ginecologa americana, Sharla Helton, in seguito a qualche iniezione, ha avuto un’intossicazione da botulino e la casa di produzione del farmaco, la Allergan, è stata costretta a risarcirla con quindici milioni di dollari per non aver pubblicizzato a dovere i rischi degli effetti collaterali. In Italia, le dive segnate dalla stessa scelta estetica si mormora siano la modella Nina Moric, Carmen Russo, Ivana Spagna, Carmen Di Pietro (che ha anche confessato il proprio pentimento).

Perfino la première dame Carla Bruni, in un servizio fotografico apparso qualche tempo fa, sembrava alterata dal medesimo rimedio: zigomi troppo gonfi, occhi troppo chiusi, la stampa italiana e francese aveva subito gridato allo «scandalo botox».

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